Milano, 28 lug. (LaPresse) – “Non farò l’esule, come fu costretto a fare Bettino Craxi. Né accetterò di essere affidato ai servizi sociali, come un criminale che deve essere rieducato. Ho quasi 78 anni e avrei diritto ai domiciliari, ma se mi condannano, se si assumono questa responsabilità, andrò in carcere”. A dirlo a ‘Libero’ è Silvio Berlusconi, a pochi giorni dall’attesa sentenza della Cassazione che potrebbe condannarlo a quattro anni di carcere e cinque di interdizioni dai pubblici uffici nell’ambito della vicenda sui diritti Mediaset. “Sono abbastanza ottimista – puntualizza il Cavaliere – non possono condannarmi. I miei avvocati hanno proposto cinquanta obiezioni alla decisione della Corte d’Appello e la Cassazione già in altre occasioni ha riconosciuto che io non firmavo i bilanci, non partecipavo alle decisioni dell’azienda e non avevo alcun ruolo diretto nella gestione di Mediaset. Facevo il presidente del Consiglio, cosa ne potevo sapere io dei contratti per i diritti televisivi? Non me ne occupavo quando stavo a Cologno, figurarsi se lo potevo fare nei primi anni Duemila quando ero a Palazzo Chigi”.

“Vi pare che avrei rischiato tutto questo – chiede Berlusconi – per 3 milioni dopo averne corrisposti più di 500 in un solo esercizio? E poi, se fossi stato così fesso da evadere le imposte, a un certo punto non avrei usato il condono tombale che il mio stesso governo aveva introdotto?”. “No, non possono condannarmi – ribadisce l’ex premier – se non c’è pregiudizio, se non ci sono pressioni, la Cassazione non può che riconoscere la mia innocenza”.

“Non ho dormito per un mese – è lo sfogo di Berlusconi – la notte mi svegliavo e guardavo il soffitto, ripensando a quello che mi hanno fatto. In pochi mesi otto pronunciamenti contro di me. I diritti Mediaset, Ruby, la telefonata Fassino-Consorte, gli alimenti alla mia ex moglie, le richieste dei pm di Napoli e Bari, la decisione della Consulta sul legittimo impedimento, il respingimento della richiesta di trasferire a Brescia il processo per le cene di Arcore, l’abnorme risarcimento a De Benedetti”.

In mattinata, però, arriva la replica di Palazzo Grazioli. “Il presidente Berlusconi – si legge in una nota – non ha rilasciato alcuna intervista. Il direttore Belpietro ha liberamente interpretato il senso di un colloquio in cui sono state confermate l’assoluta infondatezza delle accuse rivolte al Presidente Berlusconi e la sua precisa volontà di continuare a offrire il suo contributo al popolo dei moderati”.

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