Roma, 26 lug. (LaPresse) – Twitter come veicolo di protesta. Ironica, ma anche dura e tranchant. I renziani fanno del social network più trend del momento il loro cavallo di Troia nella breccia del partito per dire no alla proposta del segretario nazionale, Guglielmo Epifani, di affidare la designazione del prossimo leader alla platea dei solo iscritti. Il clima teso nelle stanze della sede di via di Sant’Andrea delle Fratte, in occasione della riunione della direzione, si è surriscaldato dopo il discorso del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, che ha ‘strutturato’ l’ipotesi di Epifani. Detto, fatto: la rivolta dei renziani e dei giovani turchi non si è fatta attendere sul web. Il renziano Angelo Rughetti scrive: “Epifani per le primarie suggerisce platea più ristretta. Propongo che votino Bersani Nico Stumpo e Davide Zoggia”. In un altro tweet, uno dei fedelissimi di Matteo Renzi, rincara la dose: “Non mi sembra spetti alla direzione del Pd decidere, ma all’Assemblea nazionale”.
In molti vedono nella proposta di Epifani l’ennesima porta in faccia al sindaco di Firenze, come Davide Faraone: “Con Berlusca hanno fatto un governo, con Renzi non vogliono fare manco un partito”. E poi ancora, Dario Nardella: “Le regole capestro di Epifani sono inaccettabili. Congresso e governo sono due cose diverse. Se Pd cancella le primarie morirà”. Sandra Zampa scrive: “Inaccettabile chiudere il partito ora e dire che solo iscritti votano segretario. A parte che nessuno si iscrive occorre rifondare Pd”.
Più articolato il ragionamento di Gianni Pittella, che ‘cinguetta’: “Epifani vuole un congresso chiuso ai soli iscritti. Sarebbe un messaggio devastante per un partito che da oltre il 30% è crollato oggi al 23,5%. Serve rientusiasmare gli iscritti e coinvolgere i cittadini che sono arrabbiati e delusi, altro che chiusura! Apriamo porte e finestre, misuratevi con la gente, mettete a rischio la vostra rendita di posizione!”. Tra i cinguettii spuntano anche quelli di Matteo Orfini che afferma:”La proposta sulle regole avanzata da Epifani non va bene. In un momento difficilissimo per il Pd non possiamo chiuderci nelle nostre paure. Per Ivan Scalfarotto “il nostro segretario deve essere eletto dal Paese”. Il senatore torinese del Pd, Stefano Esposito, bolla quelle di Epifani e di Franceschini come “regole da matti”. E il renziano Roberto Giachetti affida tutto all’ironia di un tweet: “Franceschini troppo spregiudicato. Per elezione segretario mi limiterei più prudentemente a dipendenti Pd e staff ministri”.
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