Roma, 26 lug. (LaPresse) – Al ministero dell’Interno e ai piani alti della Pubblica sicurezza all’imbarazzo dello scandalo kazako si aggiunge uno scivolone su un’altra ‘buccia di banana’. Dopo il caso della signora Shalabayeva, moglie di un dissidente del Kazakistan espulsa dall’Italia, per il quale il titolare del Viminale Alfano ha dovuto subire una mozione di sfiducia individuale al Senato che Palazzo Madama ha respinto, oggi un altro ‘incidente’. All’ora di pranzo le agenzie di stampa battono la notizia che il capo della polizia, prefetto Alessandro Pansa, ha definito gli interventi relativi di riorganizzazione del dipartimento della pubblica sicurezza. “Un lavoro – era scritto nel comunicato – per rendere più efficace, puntuale e tempestivo il sistema della informazione attraverso la continua osmosi di notizie tra gli organismi dipartimentali e quelli che operano sul territorio; revisionare alcuni uffici dipartimentali, a sostegno dell’attività organizzativa e operativa; omogeneizzare per uniformità di indirizzo e ad armonizzare l’attività delle varie articolazioni dipartimentali, attraverso il sistema delle deleghe, in ragione delle rispettive sfere di competenza”.
Nella nota erano specificate anche le finalità Della iniziativa e i cambiamenti ai livelli dirigenziali. Una comunicazione che faceva pensare che fosse arrivato il momento della riorganizzazione annunciata dopo lo scossone del caso kazako. Ma quel comunicato non doveva essere diffuso, è partito, ma non doveva essere diramato. Infatti, circa mezz’ora dopo, il Viminale annulla la nota sul piano di riorganizzazione del settore della pubblica sicurezza. “Il Viminale” nel comunicato chiede di “non tener conto e di annullare” la nota sulla riorganizzazione del Dipartimento di pubblica sicurezza in quanto “erroneamente partito”.
Gli organi di informazione cominciano a parlare di “giallo”. Allora dal ministero dell’Interno viene diffuso un nuovo comunicato: “non c’è alcun giallo”, ma solo un errore di invio. “Erano in partenza dall’Ufficio stampa del Viminale due comunicati su argomenti diversi.- fanno sapere dal dicastero – Il primo dal titolo: ‘Operazione straordinaria grazie al lavoro della Squadra Stato’ (sull’operazione antimafia condotta a Roma), il secondo sulla riorganizzazione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Due comunicati stampa differenti che, per un errore tecnico, si sono sovrapposti. Al comunicato stampa sulla riorganizzazione del Dipartimento di Pubblica sicurezza fa seguito, infatti, la nota contenente i nominativi relativi alle funzioni indicate”.
Ecco gli interventi disposti dal capo della polizia Alessandro Pansa per la riorganizzazione del dipartimento della pubblica sicurezza, come indicato dalla nota: 1) Rimodulazione del sistema informativo, creando un canale privilegiato attraverso cui le notizie di rilievo dovranno confluire tempestivamente dal territorio al Centro Situazioni (incardinato nella Segreteria del Dipartimento di P.S. quale Ufficio di Staff del Capo della Polizia- Direttore Generale della Pubblica Sicurezza), la cui attività sarà caratterizzata dal continuo, aggiornato monitoraggio degli eventi di particolare interesse sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica, degli eventi delittuosi nonché di quelli determinati da cause naturali, con particolare riferimento alle fasi emergenziali. Per rendere efficace l’interscambio informativo è necessario che, anche a livello provinciale, in maniera speculare e in analogia a quanto previsto a livello centrale, le notizie vengano canalizzate verso gli Uffici di diretta collaborazione del Questore, il quale fungerà da canale diretto di comunicazione con il Dipartimento della P.S. In tal modo si potrà disporre, in tempi brevi, di un quadro di insieme degli avvenimenti e fornire, quindi, ai vertici del Dipartimento, i necessari elementi di conoscenza e di valutazione per orientare le strategie più appropriate.
2) Evoluzione del sistema ispettivo, con “internal auditing”, attraverso un costante monitoraggio dell’attività operativa, per evidenziare e correggere procedure di gestione che abbiano determinato criticità. Verrà affidata ad apposita task force il compito di redigere un regolamento per definire norme di comportamento da tenere nell’espletamento dell’attività operativa, con l’indicazione anche delle tecnologie a cui fare ricorso. Potrà in tal modo essere maggiormente garantita e resa più efficace l’azione degli operatori di Polizia. Per raggiungere tale obiettivo sarà richiesto il contributo delle organizzazioni sindacali.
3) Revisione organizzativa della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato che, oltre a promuovere e coordinare attività di contrasto alla criminalità svolta dalla Polizia di Stato sul territorio, diventi qualificato punto di riferimento delle Divisioni Anticrimine incardinate nelle Questure. Ciò, oltre a garantire una funzione di indirizzo informativo anticrimine, favorirà le attività di analisi e di progettazione della Polizia di Stato.
4) Ridefinizione del sistema delle deleghe conferite dal Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza ai Vice Direttori Generali della Pubblica Sicurezza, in ragione delle sfere di competenza delle varie articolazioni dipartimentali. Questo, per garantire l’armonizzazione dell’azione amministrativa del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e la sistematica verifica dell’attuazione delle direttive impartite dal vertice.
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