Roma, 22 lug. (LaPresse) – Ultime battute in commissione Giustizia della Camera, che dovrebbe licenziare tra oggi e domani il testo sul contrasto all’omofobia e transfobia. Il provvedimento è stato calendarizzato in aula il 26 luglio prossimo, ma sulla proposta di legge è proprio il Pdl a spaccarsi. Parte del partito, come Maurizio Lupi, Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Maurizio Sacconi hanno infatti proposto “una moratoria legislativa sui temi etici”. In sostanza il gruppo dei parlamentari azzurri vorrebbe mettere in panchina il provvedimento sull’omofobia a favore di quelli su temi economici. Di avviso diverso il Pd che ha ribadito, nelle parole di Walter Verini, capogruppo Pd in Commissione Giustizia della Camera e Ivan Scalfarotto, relatore del provvedimento, che ci “sono tutte le condizioni per una rapida e unanime approvazione del testo che introduce finalmente nel nostro Paese il reato di omofobia”.
All’interno del Pdl però c’è chi invece non vuole bloccare il percorso del provvedimento come Sandro Bondi, Giancarlo Galan e Stefania Prestigiacomo. Quest’ultima spiega infatti che “confrontarsi su temi etici e di libertà soprattutto in una fase complicata come quella che stiamo attraversando rientra fra i compiti che la politica non può evitare. Se non è la politica ad occuparsene saranno la cronaca ed il legislatore. Una classe dirigente matura e consapevole deve essere in grado di fare il salto di qualità”. Per Maurizio Gasparri invece la legge ha gli estremi di incostituzionalità e va riscritta.
IL TESTO. La proposta di legge sull’omofobia punta a contrastare ogni forma di discriminazione nei confronti degli omosessuali e prevede una serie di reati contro l’identità sessuale degli individui. Si punisce con la reclusione a “un anno e sei mesi chiunque e in qualsiasi modo, diffonde idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, o inciti a commettere atti discriminatori per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o motivati dall’identità sessuale della vittima”. Si prevede inoltre la reclusione “da sei mesi a quattro anni a chiunque, in qualsiasi modo, incita a commettere o commetta violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o motivati dall’identità sessuale”.
IL TENTATIVO DI INTESA. Per tentare una intesa, in commissione Giustizia i relatori alla proposta di legge Antonio Leone (Pdl) e Ivan Scalfarotto (Pd) hanno presentato un nuovo emendamento che mette d’accordo Pdl e Pd. Secondo la proposta di modifica infatti ci sarebbe un allargamento della legge Reale-Mancino, in vigore dal 1993 in Italia, alla comunità Lgbt. La maggioranza però non ha trovato l’intesa sulle aggravanti del reato.
LA SCONFESSIONE DEL PDL. Un tentativo sconfessato però dal Pdl. “Premesso – scrive il deputato del Pdl, Alessandro Pagano – che le considerazioni del presidente Brunetta sulla moratoria sui temi etici sono assolutamente condivisibili e tenuto conto che il relatore Leone si dice intenzionato a tenere fermo il proprio obiettivo fino ad un eventuale cambio di rotta, non possiamo comunque sottacere che l’articolo sostitutivo presentato in commissione Giustizia dai relatori del ddl omofobia è fonte di grave imbarazzo per la maggioranza in quanto non concordato con il gruppo Pdl”. “Pur nel rispetto delle posizioni di ciascuno – prosegue – la nostra battaglia continua”. “Non ritireremo gli emendamenti presentati”, spiega, “ma preannunciamo anzi la presentazione di nuovi, adeguati, sub-emendamenti ai testi dei relatori”.
DEPUTATE PD SUGLI SCUDI. “Sul tema dei diritti non accetteremo ricatti: no quindi a moratorie, nè arretramenti a scopo dilatorio”, fanno sapere dal lato opposto le deputate del Pd, Alessandra Moretti, Alessia Morani, Assunta Tartaglione e Alessia Rotta. “Da anni – proseguono le deputate – questo Parlamento discute di omofobia, è una questione di civilità giuridica che la stessa Europa ci chiede”.
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