Roma, 18 lug. (LaPresse) – “Non si può mettere a repentaglio la continuità di questo governo impegnato in un programma di attività ben definito senza offrire pesanti ragioni ai più malevoli e anche interessati critici e detrattori del nostro Paese, pronti a proclamare l’ingovernabilità e l’inaffidabilità del Paese. I contraccolpi a nostro danno nelle relazioni internazionali e nei mercati finanziari si vedrebbero subito e potrebbero risultare irrecuperabili”. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano mette definitivamente il punto sulla vicenda dell’espulsione di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Ablyazov, e di sua figlia. Un fatto gravissimo per il quale “occorre sgombrare il campo egualmente da gravi motivi di imbarazzo e di discredito per lo Stato e dunque per il Paese come quelli provocati dall’inaudita storia della precipitosa espulsione dall’Italia della madre kazaka e della sua bambina”.

Napolitano ha aperto il suo discorso ricordando il giornalista inviato della Stampa Domenico Quirico scomparso in Siria da 100 giorni e rivolgendo la sua solidarietà alla famiglia. Pi, è subito tornato sulla situazione politica italiana spiegando che l’ultimo “è stato un periodo tra i più intensi e inquieti nella storia politica e istituzionale dell’Italia repubblicana, per il succedersi di eventi straordinari, di svolte e di tensione e persino di rischi di paralisi, nella vita pubblica, senza precedenti. Un appello, ora, rivolto “politicamente in tutte le direzioni, ad abbassare i toni, ad abbandonare le posizioni urlate a confrontarsi più pacatamente, va preso sul serio e può uscire utile”.

Infine, anche un duro monito sulla vicenda Kyenge-Calderoli. “Siamo dinnanzi a minacce e pratiche di violenza (non occorre che ricordi episodi recenti) e dinnanzi all’ingiuria indecente e aggressiva, specie se a sfondo razzista o maschilista e ancora più se pronunciata da chi dovrebbe unire alla dignità personale quella istituzionale. Ebbene, rispetto a ciò è tempo di levare un argine comune”, ha detto riferendosi agli insulti del senatore leghista Roberto Calderoli rivolti al ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge. Il capo dello Stato rivolge quindi un appello alla stampa parlamentare presente al Quirinale richiamando “alla responsabilità del momento perchè la componente della sollecitazione e dell’amplificazione mediatica influenza molto le parole e i comportamenti dei politici”.

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