Roma, 23 mag. (LaPresse)- L’istanza di trasferire i due processi a carico di Silvio Berlusconi, ossia quello di Ruby e Mediaset da Milano a Brescia sembra “ispirata da strumentali esigenze latamente dilatorie”. Lo scrivono i giudici della sesta sezione penale della Cassazione, motivando oggi perché il 6 maggio scorso dissero no al trasferimento. Gli ermellini scrivono che la questione non aveva le caratteristiche di “reali e profonde ragioni di giustizia”.

I giudici di piazza Cavour spiegano ancora che “non può non anteporsi il generale rilievo del carente o modesto spessore persuasivo e della fragilità argomentativa dei sintomi di ‘legittimo sospetto’ o, più esattamente, dei meri sospetti di parzialità coltivati dal senatore Berlusconi, nella strutturale assenza delle necessarie specifiche e gravi cause ambientali ‘legittimanti’ l’insorgere di questi sospetti”.

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