Torino, 15 mag. (LaPresse) – “Sono pratiche legittime di lotta, è giusto attaccare il cantiere per tentare di buttarne giù i muri”. Così Gian Luca Pittavino, uno dei leader di Askatasuna, centro sociale torinese da anni in prima fila nella lotta alla Tav, sul sito del movimento No Tav. “Voglio precisare – sostiene – che quella che esprimo è la posizione di Askatasuna e non di tutto il movimento No Tav. Poi io credo che esistano forme più o meno condivisibili di lotta, ma ciò non toglie che finché l’obiettivo è colpire il cantiere e non le persone che ci lavorano tutto ha la sua legittimità. Ciò che è successo la scorsa notte non mi è sembrato nulla di così grave”.

Sulle parole di Alfano commenta: “Non penso sia giusto parlare di strategia, credo piuttosto che anche questo governo – che peraltro va contro la volontà di metà degli italiani – esprime la posizione di tutti i governi precedenti, commettendo l’errore di voler a tutti costi proseguire i lavori dell’alta velocità. In passato da parte della politica non c’è mai stata la volontà vera di costruire un confronto reale sull’opportunità o no di questa opera. Non credo ci sarà adesso”.

“Il procuratore – prosegue – ha fatto della Tav la sua personale battaglia, lui sa benissimo quanto peso mediatico abbiano certe dichiarazioni. Mi chiedo come sia possibile che il movimento sia sempre sotto osservazione speciale, abbiamo avuto più di 30 arrestati e altrettanti fogli di via mentre non c’è mai stata una vera e propria indagine sugli appalti delle ditte che lavorano per la Tav, falliscono e poi rinascono in maniera del tutto inspiegabile”.

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