Milano, 8 mag. (LaPresse) – I giudici della seconda sezione della Corte d’Appello di Milano hanno confermato la condanna a Silvio Berlusconi a 4 anni di reclusione per frode fiscale nell’ambito del processo sui diritti tv per le reti Mediaset.

5 ANNI DI INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI. Confermata anche la condanna per Berlusconi a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e di 3 anni dagli uffici direttivi. Se il verdetto dovesse essere confermato anche dalla Corte di Cassazione allora Berlusconi, dopo il via libera della giunta autorizzazioni del Senato, potrebbe perdere la carica di senatore.

10 MILIONI ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE. I giudici della corte d’appello di Milano hanno anche confermato la provvisionale di 10 milioni di euro che Silvio Berlusconi dovrà versare in solido con gli altri condannati all’Agenzia delle entrate.

CONFALONIERI ASSOLTO. Il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri è stato assolto. Per lui il pg Laura Bertolè Viale aveva chiesto una condanna a 3 anni e 4 mesi perché a suo dire “la sua responsabilità è certa” dato che il presidente di Mediaset “ha sempre seguito gli ordini dell’azionista di riferimento, venendo meno ai suoi diritti e doveri”. Già in primo grado Confalonieri era stato assolto.

In generale, i giudici della seconda sezione della Corte d’Appello di Milano hanno confermato in toto la sentenza di primo grado sui diritti tv Mediaset per tutti gli imputati.

GHEDINI: “SENTENZA FUORI DA OGNI LOGICA”. La sentenza con la quale i giudici della Corte d’Appello di Milano hanno confermato la condanna a 4 anni per frode fiscale per Silvio Belusconi “e’ una sentenza al di fuori da ogni logica”, ha commentato l’avvocato del Cavaliere, Niccolo’ Ghedini, che ha sottolineato come “in qualsiasi altro tribunale un processo come questo non avrebbe avuto questo esito se la persona imputata non fosse Silvio Belusconi”. “Le mie previsioni erano note – ha aggiunto Ghedini – tant’è che abbiamo fatto anche la remissione ma la Corte costituzionale non ha creduto alle problematiche che erano noi avevamo appalesato e la forza della prevenzione – ha proseguito – e andata al di là della forza del fatti”. Ghedini ha poi lamentato che nel corso del processo d’appello “non sono stati sentiti i testimoni che avevamo chiesto, non sono stai considerati i nuovi documenti che avevamo presentato” e i giudici del collegio presieduto da Alessandra Galli “non hanno nemmeno voluto aspettare la decisione della Corte Costituzionale che hanno ritenuto irrilevante”. Per questo, secondo Ghedini, non resta che “confidare nella Corte di Cassazione”.

CICCHITTO: “NON FAREMO CADERE IL GOVERNO”. Nonostante la sentenza di condanna al suo leader il Pdl non farà cadere il Governo, ha annunciato Fabrizio Cicchitto. “Come volevasi dimostrare – ha scritto in una nota – arriva con straordinaria puntualità un nuovo attacco giudiziario contro Berlusconi con evidenti obiettivi politici. Si tratta di una azione che dà il senso di come la vita politica italiana sia dominata da una perversa anomalia. Mentre esprimiamo la piu netta condanna di questo ennesimo intervento politico di settori della magistratura non cadremo nella provocazìone insita in tutto ciò e cioè non faremo ricadere sul governo le conseguenze di cio che sta avvenendo sul piano politico giudiziario”.

SCHIFANI: “CONTINUA PERSECUZIONE A BERLUSCONI”. “Continua la persecuzione giudiziaria nei confronti del presidente Berlusconi, leader politico che ha il consenso di dieci milioni di elettori. Evidentemente, per una certa magistratura la stagione della pacificazione è ancora lontana, e forse non arriverà mai. Soprattutto quando si nega con tanta ostinazione la verità dei fatti e ancor di più il buon senso”. Lo ha dichiarato il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani. Analoghe le parole del capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta, che su Twitter parla di “accanimento disgustoso contro Berlusconi”.

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