Roma, 18 apr. (LaPresse) – Con i 41 voti fatti convergere su Sergio Chiamparino (Pd), ex sindaco di Torino e ora collocato dal suo successore Piero Fassino alla presidenza della Compagnia di San Paolo (è la fondazione bancaria torinese che detiene il pacchetto più forte del colosso bancario Intesa-SanPaolo), Matteo Renzi non sembra aver raggiunto soltanto lo scopo di blindare i consensi dei suoi parlamentari nel gruppo dei grandi elettori del Pd, ma soprattutto quuello di rilanciare il nome dello stesso Chiamparino sulla scena politica. Quello dell’ex sindaco di Torino, dunque, diventa così un nome molto spendibile in futuro, nel caso di un impegno politico nazionale ravvicinato dello stesso Renzi. Chiamparino, nelle ultime primarie nazionali del Pd, aveva annunciato pubblicamente il proprio voto per Renzi contro Bersani, dopo la propria rottura politica con il segretario nazionale del Pd che non aveva voluto affidargli incarichi nazionali nel partito, costringendolo di fatto ad accettare la propria ‘lottizzazione’ sulla poltrona della Compagnia di San Paolo.
Sentito al telefono dalla redazione torinese di Repubblica, il presidente della Compagnia di san Paolo ed ex sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, ha sottolineato: “Mi ricordo quando da ragazzo seguivo una delle elezioni del presidente della Repubblica. Durante lo spoglio ricorreva il nome di Leone e ogni tanto spuntava quello della Loren. Ecco, oggi mi sono sentito come la Loren”. Ma Chiamparino si ritiene a questo punto in corsa per il Quirinale? Lui risponde senza più scherzare: “Mi fa piacere di essere stato votato, forse ispiro simpatia come persona, ma da qui a sentirmi candidato direi proprio di no”. Gli analisti politici però intravedono una crescita di consenso sul suo nome nei prossimi scrutini: “Prevista crescita notevole dei voti su Sergio Chiamparino. Dovrebbero essere decisamente più di 41”, scrive su Twitter l’editorialista del Foglio, Claudio Cerasa.
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