Roma, 17 apr. (LaPresse) – Pdl e Pd sull’elezione del presidente della Repubblica sono alla stretta finale. Giuliano Amato o, in subordine, Massimo D’Alema. E’ questa l’ipotesi che potrebbe emergere per il Quirinale dall’incontro tra il leader Pdl Silvio Berlusconi e il segretario Pd Pier Luigi Bersani. E’ questo lo scenario più probabile secondo fonti vicine alla trattativa. Il pressing esercitato dal sindaco di Firenze Matteo Renzi contro Anna Finocchiaro e Franco Marini avrebbe sortito così l’effetto sperato, facendo passare i due nomi in secondo piano. Potrebbe invece, nel caso in cui Amato e D’Alema non ottenessero i voti necessari nelle prime tre votazioni, tornare a farsi strada – con l’abbassamento della soglia da 671 a 504 preferenze – l’ipotesi Romano Prodi.

Entro oggi infatti si saprà se Bersani e Berlusconi hanno trovato l’accordo sul nome da votare a partire da domani o se le trattative andranno avanti, con l’apertura ad altri ‘grandi elettori’, durante la seduta comune del Parlamento.

Il cavaliere, rientrato a Roma ieri sera, ha convocato i vertici del partito per questa mattina alle 11 a palazzo Grazioli. Alle 16 Berlusconi vedrà i gruppi del Pdl a Camera e Senato per dare le indicazioni di voto per domani. Non si esclude, riferiscono i ben informati, che l’ex premier veda Bersani proprio tra l’ufficio di presidenza e l’incontro con i deputati e senatori pidiellini. Il segretario democratico, a quanto si apprende, sta lavorando a una rosa di quattro nomi: oltre ad Amato, D’Alema e Prodi spunta Stefano Rodotà, quest’ultimo tra i candidati del Movimento 5 Stelle. Questa sera Bersani incontrerà i senatori e deputati del Pd per concordare con loro la linea da tenere domani.

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