Roma, 15 apr. (LaPresse) – In poco meno di 24 ore, il sindaco di Firenze Matteo Renzi (Pd) ha tentato di impallinare due ‘quirinabili’ del proprio partito: l’ex segretario dell Cisl ed ex presidente del Senato, Franco Marini, e l’ex capogruppo al Senato ed ex magistrato, Anna Finocchiaro (di fatto – per il momento – anche l’unica ‘speranza rosa’ del Pd in vista del voto per il Colle). E se Marini era stato stroncato da Renzi in maniera netta già la settimana scorsa a ‘Porta a Porta’, ma senza aggiungere motivazioni, oggi il candidato alle primarie del Pd sconfitto da Bersani ha provato con una lunga lettera a ‘Repubblica’ a spiegare il proprio pensiero, affermando che non basta “essere cattolici” per andare al Quirinale. Molto più astioso, invece, il ‘niet’ contro la Finocchiaro, compiuto rievocando una vicenda che era stata sollevata, in campagna elettorale, dai quotidiani ‘berlusconiani’: la visita per acquisti all’Ikea da parte della capogruppo del Pd al Senato accompagnata dalla scorta che l’aveva anche aiutata a spingere il pesante carrello con gli oggetti comprati dalla Finocchiaro.
Per quanto riguarda Marini, alcuni ambienti del Pd fiorentino hanno spiegato in queste ore che l’attacco di Renzi sarebbe stato ben meditato e avrebbe alle spalle rancori che risalgono proprio alle ultime primarie nazionali e che hanno anche radici nelle comuni origini democristaiane. Marini, infatti, quando esisteva ancora la Balena Bianca, aveva ereditato da Carlo Donat-Cattin la guida della correntre di ‘Forze Nuove’, e cioè quell’area della sinistra sociale dc nella quale aveva militato proprio il padre di Renzi e dalla quale proviene culturalmente lo stesso sindaco di Firenze. Proprio per questo, lo stesso Renzi non avrebbe digerito che, in Toscana, gli uomini del Pd più vicini a Marini avessero appoggiato Bersani durante le primarie. Un rancore politico dimostrato soprattutto, secondo gli osservatori politici toscani, dalla battuta al veleno del sindaco di Firenze su Marini “non rieletto alle ultime politiche” e dunque scarsamente considerabile per un’eventuale ascesa al Qurinale.
Del tutto inspiegabile per il momento, invece, l’attacco alla Finocchiaro: nessuno nel partito, in queste ore riesce a spiegarselo. Non si conoscono, infatti, precedenti di dissidi precedenti tra i due esponenti del Pd. Proprio per questo, l’analisi più diffusa nel Pd su quest’ultimo episodio, è quella di un “vero e proprio scivolone di Renzi su una buccia di banana”, nella foga di differenziarsi a tutti i costi e mediaticamente da Bersani e di contrastarne ogni mossa. A farne le spese, però, è stata la Finocchiaro e adesso le parole del sindaco di Firenze sono giudicate come un grave errore, il primo della gestione ‘mediaticamente felice’ di questi giorni da parte dell’avversario interno di Bersani. E che ora Renzi sia in grave imbarazzo sarebbe dimostrato proprio dalle molte ore di suo silenzio dopo la scontata e dignitosa replica di Anna Finocchiaro che ha definito le sue frasi come “miserabili”.
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