Torino, 26 feb. (LaPresse) – I grillini ci sono ma non si sentono. In Lazio, Lombardia e Molise non pesano e va tutto come da pronostico con le vittorie di Zingaretti, Maroni e Frattura. Il caso Batman-Polverini è bastato al centrosinistra per imporsi a Roma. Formigoni-Rizzi-Bossi jr-San Raffaele-rimborsi non invece bastati a Umberto Ambrosoli, inefficacie a fermare il panzer Maroni. In Molise Michele Iorio, eletto e poi spodestato tra accuse e sentenze del Tar, si arrende una volta per tutte e lascia la poltrona di presidente della regione, in favore di Paolo Frattura. Insomma il Paese si conferma diviso tra moralisti e ‘Laissez faire’, proprio come a livello nazionale. I risultati, anche oggi come ieri non ancora definitivi, oggi sono almeno definiti. Maroni prende il 43,2% dei voti e stacca di oltre 5 punti Ambrosoli, forse i suoi tentennamenti nell’accettare la nomination erano fondati. Nel Lazio il fratello dell’attore che interpreta mirabilmente il ‘Commissario Montalbano’ si ferma al 41%e stacca però di 12 punti Francesco Storace, un suo ritorno in viale Cristoforo Colombo sarebbe stato miracolistico. In Molise Frattura sfiora il 50%, fermandosi al 46%, Iorio si ferma al 27%. I grillini non fanno scintille, forse anche perché poco sostenuti dal loro leader ottenendo nell’ordine: Silvana Carcano il 13,5% in Lombardia, Davide Barillari il 20,3% in Lazio, il 15,7% per Antonio Federico. Tutti dati provvisori quando lo scrutinio è già oltre metà.

Le prime parole a caldo sono improntate al fair play, anche perché di tutto hanno bisogno Lombardia, Molise e Lazio, tranne che di nuove divisioni all’ultimo sangue che porterebbero a nuovi sprechi, scandali e arresti. “Abbiamo pagato un prezzo per l’alleanza, che ci ha consentito però una straordinaria vittoria politica – spiega Maroni in via Bellerio con al fianco Umberto Bossi con tanto di sigaro – ma questa vittoria da ora ci consente di aprire una nuova fase e ne valeva la pena, è stata una sfida terrificante”. L’obiettivo è sempre quello della macroregione al nord, e il 75% delle tasse che restano in Lombardia. Anche avendo a disposizione un manipolo di meno di 20 padani in Parlamento? “Ora io sono occupato a garantire un progetto comune di governo, a Roma non so, i tempi sono più lunghi” glissa l’ex ministro degli Interni, che ha dedicato la vittoria al capo della polizia Manganelli, colpito da un grave malanno domenica. A Roma parole diverse quelle del vincitore: “Qui è passato un messaggio – spiega Zingaretti – di fronte all’astensionismo e alla cattiva politica, qui ha vinto buona politica che governerà per cinque anni questa Regione. Il risultato indica grande responsabilità. Questo è stato un grande voto di discontinuità”.

In Molise per ora prudenza massima, in passato si festeggiò troppo in anticipo poi Iorio rise per ultimo, stavolta no: “Prendo atto dell’esito delle votazioni, la mia era politica non finisce qui – annuncia Iorio – ora saremo all’opposizione ma non cambierà il mio impegno costruttivo negli interessi della nostra Regione. Il dato elettorale è chiaro, i molisani hanno deciso di cambiare”. “Spero vengano eletti consiglieri all’altezza” è invece l’auspicio di Storace, che non si è lasciato sfuggire l’occasione per punzecchiare i suoi ex alleati. Prima Giulia Buongiorno “che oggi ha smesso di fare politica. Ha fatto una campagna tutta contro di me, portando a fondo con toni estremisti una formazione moderata. È il destino di Maga Magò”. E poi, ça va sans dire, Fini: “Noi in Parlamento non c’eravamo e non ci siamo entrati. Fini era presidente della Camera. Oggi possiamo dire che si è dimesso”. Mea culpa invece di Ambrosoli: “Evidentemente il mio modo è stato sbagliato. La nostra impresa era ardua, per questo ho sempre detto, fin dall’inizio, che accanto alla tenacia nostra e dei tanti volontari, andava affiancata una particolare ostinazione fisica per riportare la Lombardia alla guida dell’Italia e al centro dell’Europa senza steccati e contrapposizioni”. Ma non è successo. Ambrosoli guiderà l’opposizione al Pirellone, nella convinzione che “il modo migliore di fare l’opposizione non sia fare muro contro muro”. E Formigoni? “Complimenti,governatore Maroni! Hai fatto una splendida campagna elettorale,ti sei guadagnato i galloni. Viva la Lombardia!” ha commentato su twitter il celeste, pronto a esportare le sue celebri giacche in Parlamento.

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