Roma, 8 dic. (LaPresse) – Oggi il premier Mario Monti sale al Quirinale ma il destino dell’esecutivo pare ormai configurato. Dopo lo strappo del Pdl di giovedì, le consultazioni informali di ieri con le forze politiche della maggioranza hanno delineato quello che resta del percorso del governo dei tecnici. Approvata la legge di stabilità e alcuni provvedimenti considerati essenziali, è probabile lo scioglimento delle Camere entro gennaio per andare al voto il 10 marzo.

“Il presidente Napolitano confida – nel rispetto delle diverse sensibilità e posizioni politiche – che risulti possibile un percorso costruttivo e corretto sul piano istituzionale, nell’interesse del Paese e della sua immagine internazionale”. Ha scritto il Quirinale in una nota ieri al termine degli incontri del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con gli esponenti dei partiti. Napolitano, infatti, ha ricevuto ieri mattina il segretario e i presidenti dei gruppi parlamentari del Pdl che “gli hanno illustrato la decisione assunta dal loro partito di considerare conclusa l’esperienza del governo Monti. Al tempo stesso essi hanno espresso il fermo intendimento di contribuire a un’ordinata conclusione della legislatura, anche in vista di adempimenti inderogabili relativi al bilancio dello Stato, riservandosi di decidere l’atteggiamento da tenere in Parlamento su ogni altro provvedimento già all’esame delle Camere. Il capo dello Stato ha di conseguenza ritenuto necessario ricevere e ascoltare i rappresentanti delle altre forze politiche che hanno in Parlamento sorretto con la loro fiducia il governo Monti, al fine di verificarne l’orientamento in ordine all’ulteriore sviluppo – nelle nuove condizioni determinate dalla decisione del Pdl – dell’attività legislativa”. Il presidente della Repubblica ha “esaminato concretamente, sia con il presidente del Senato che successivamente con il presidente della Camera, le prospettive già delineate nei rispettivi calendari. Di tutto ciò il capo dello Stato darà al più presto puntuale ragguaglio al presidente del Consiglio per discuterne con lui tutte le implicazioni”.

Le misure considerate improrogabili sono state sottoposte dal capo dello Stato ai partiti. Sia il Pdl che il Pd però, hanno ora interesse ad avere mani libere in campagna elettorale. Anche il Pd non ha interesse a sobbarcarsi tutta la responsabilità di misure anche impopolari. Mentre potrebbe esserci un accordo sul decreto salva Ilva, il pareggio di bilancio e forse anche il decreto Sviluppo, resterebbe incerto il destino della delega fiscale e della razionalizzazione delle province.

Sono oltre 1.500 gli emendamenti al disegno di legge di stabilità depositati in commissione Bilancio al Senato. La discussione sulle proposte di modifica inizierà a partire da martedì prossimo. Il provvedimento è atteso nell’aula del Senato da martedì 18 dicembre. Il Pdl ha garantito sulla legge di Stabilità, ha garantito il suo sostegno per evitare l’esercizio provvisorio.

Intanto il Cavaliere nuovamente in campo va all’attacco e ieri a Palazzo Grazioli si è tenuto un vertice del Pdl per gettare le basi del percorso che porta alle elezioni.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata