Roma, 8 dic. (LaPresse) – “La nascita di un’aggregazione moderata che si richiami al Ppe è necessaria e urgente, ancor più dopo il ritorno di Berlusconi”, ma per ora questo progetto “non si capisce cosa sia”. Così sul ‘Corriere della Sera’ il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che propone a Montezemolo e Casini di “coinvolgere la pubblica opinione”. “O è più ambizioso – spiega Fini- o rischia di essere percepito come un cartello di sigle, con l’unico minimo comun denominatore dell’agenda Monti”.

Anche se per Fini “il raffronto col successo delle primarie del Pd non si può fare”, per il presidente della Camera “vale la pena tentare: ricorriamo alla Rete, ai gazebo o alle strutture di partito, ma facciamo un’iniezione di partecipazione”. Fini pensa che “un referendum consultivo di indirizzo su alcuni punti programmatici può attirare i delusi del Pdl”, su temi come “i nuovi capitoli dell’agenda Monti”. “Punto primo – illustra Fini- vogliamo più o meno integrazione europea? Dobbiamo fare il punto sul Titolo V della Costituzione, interrogarci sulla legge di cittadinanza e il riconoscimento delle coppie di fatto, valutare l’incandidabilità per chi è stato condannato in primo grado per reati particolarmente gravi…”.

E su come fare a chiamare gli elettori al gazebo, senza un nome per l’aggregazione moderata, né un simbolo, Fini ritiene che “lo spazio c’è e c’è il tentativo di dare vita a questa lista moderata ispirata al Ppe. I tempi per il referendum sono stretti, ma perché non provarci?”. “Il vizio che vedo io – conclude il presidente della Camera – è che, altrimenti, il nostro sforzo appaia come una operazione per addetti ai lavori”.

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