Milano, 17 nov. (LaPresse) – “Nessuno mi domanda impegni oggi e oggi non do nessun impegno”. Lo ha detto il premier Mario Monti rispondendo ad una domanda sul suo possibile ruolo in politica dopo il termine del suo governo. Monti questo pomeriggio partecipa assieme all’europarlamentare Sylvie Goulard e al giornalista Federico Fubini alla presentazione di due diversi libri in Bocconi a Milano.
Il presidente del Consiglio, durante il suo intervento, si è soffermato in particolare sui temi caldi della cirsi e dell’Europa. “Non sarebbe accettabile” che il potere politico all’interno dell’Unione Europea e la ripartizione degli incarichi tra i vari Paesi “venissero gestiti in base al peso dei crediti e dei debiti”, ha detto rispondendo alle domande del direttore del ‘Corriere della Sera’ Ferruccio de Bortoli. “Sarebbe stato più facile se avessimo biasimato chi ci chiedeva condizioni stringenti – ha aggiunto Monti spiegando le posizioni dell’Italia – ma per cinque-dieci anni l’Italia al tavolo europeo non avrebbe potuto far valere le proprie ragioni, perché un debitore è a malpartito”. Monti ha aggiunto di aver lavorato a lungo in questi mesi per spiegare che “l’Italia non è un Paese debitore perché non deve neanche un euro ai diversi fondi salva Stati”.
Il presidente del Consiglio, durante il suo discorso, ha anche detto che la crisi europea “ha radici” nelle crisi politiche dei diversi Paesi dell’Unione europea. Per Monti “è vero che i cittadini si stanno staccando dall’Unione europea e viceversa”. “Molti commissari europei – ha aggiunto Monti – sono frustrati perché vorrebbero essere ministri a casa loro, hanno complessi e dicono che l’Europa dovrebbe imitare le politiche nazionali, quando i problemi nascono lì”.
“Ci sono ancora gravissimi problemi – ha sottolineato il premier – spero solo che quest’anno io abbia dato il senso almeno che non sono insormontabili in una prospettiva meno angusta politicamente e temporalmente”. Nonostante ciò per Monti l’Italia in futuro non avrà bisogno dell’aiuto del fondo salva Stati Esm. Il Paese non starebbe meglio se avessimo chiesto un po’ più di tempo per il pareggio di bilancio. Altri Paesi hanno chiesto una dilazione, non li posso nominare, ma abbiamo visto gli effetti su di loro e sull’eurozona per aver introdotto elementi di cedevolezza”, ha aggiunto.
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