Roma, 18 ott. (LaPresse) – Ha destato non poco clamore l’improvvisa decisione del Governo di nominare l’ex ministro ai Beni culturali Giovanna Melandri, oggi deputata del Pd, a presidente della fondazione Maxxi (Museo nazionale delle arti del XXI secolo). Una nomina piaciuta a pochi perché giudicata non da tecnici. Tanto più perché arrivata a pochi giorni dall’annuncio della Melandri secondo cui non si sarebbe ricandidata per dedicarsi alla sua fondazione ‘Uman’ dedicata alla promozione della finanza sociale. Ora la nuova nomina, che sarà ufficializzata martedì alle ore 11.30 presso il Maxxi stesso dal ministro Lorenzo Ornaghi. La Melandri prenderà il posto di Antonia Pasqua Recchia, commissario del Maxxi fino al 31 ottobre. L’accordo è stato raggiunto ieri, oggi l’annuncio, nel pomeriggio le reazioni al curaro.
“Non ho nulla di personale contro l’ex ministro Melandri, è una persona che io stimo molto, ma è attualmente parlamentare e stilisticamente mi sembra una cosa pesante da digerire. Mi pare che non sia un bel gesto da parte del Governo” commenta duro il leader di Sel, Nichi Vendola. “Che sia un governo tecnico nato su di una emergenza economica ad individuare per la presidenza del Maxxi una figura fortemente politica e di parte come quella della Melandri è un controsenso che non trova alcuna motivazione logica” evidenzia Beatrice Lorenzin, deputata del Pdl. “All’amica Giovanna Melandri rivolgo un appello franco e onesto a rinunciare” aggiunge Francesco Giro, ex sottosegretario Beni Culturali. “La Melandri annuncia che non si ricandiderà ed immediatamente il Governo la nomina commissario al Maxxi? Se non fosse uno spettacolo pietoso potrebbe essere ridicolo. Adesso dobbiamo pensare che verrà sistemato anche Veltroni ed altri. Dal governo uno scivolone pesantissimo” rincara il vicepresidente dei deputati del Pdl, Jole Santelli. “Non penso che qualcuno abbia creduto alla reale consistenza del nobile atto di Giovanna Melandri” accusa la deputata del Pdl, Barbara Saltamartini. “E’ sconcertante” il giudizio tranchant di Maurizio Gasparri.
Durissimo con Ornaghi il capogruppo leghista Dozzo: “Forse qualche professore, evidentemente affezionato alla propria poltrona ministeriale, vorrebbe assicurarsi la benevolenza dei politici ‘amici’ anche per il Governo della prossima Legislatura”. “E’ evidente che stavolta l’esecutivo ha violato la sua neutralità” per il senatore del Pdl Domenico Gramazio. “Reputo la nomina fatta da Ornaghi un autentico fuor d’opera” critica Cicchitto. Crotoche a Ornaghi anche dall’Idv: “L’errore compiuto dal Ministro sta nell’opacità del metodo scelto” dichiara Giulia Rodano, responsabile nazionale cultura e istruzione dell’Italia dei Valori. L’unica a difendere la collega di partito da questo fuoco incrociato è Rosa Villecco Calipari, vicepresidente dei deputati del Pd, che ribatte al Pdl: “Mi viene il dubbio: ma se invece della Democratica Giovanna Melandri, già ministro per i Beni culturali, Ornaghi avesse nominato un uomo o una donna di centrodestra, Lega e Pdl avrebbero gridato allo scandalo?”.
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