Madrid (Spagna), 2 ott. (LaPresse) – “La scelta irrevocabile di rafforzare le basi della moneta unica nasce dalla consapevolezza dei comuni interessi e del comune destino dei Paesi europei. Non si torna indietro, quindi non resta che andare avanti e portare avanti tutti i provvedimenti necessari – compresi ulteriori trasferimenti di sovranità – per consolidare l’Unione economica e monetaria”. Così Giorgio Napolitano, ricevendo il premio ‘Nueva economia forum’ a Madrid davanti al re di Spagna Juan Carlos e al presidente della repubblica portoghese, Annibal Cavaco Silva, al Palazzo del Pardo nell’ambito dell’VIII Simposio Cotec Europa. “Abbiamo così messo a tacere, o quanto meno fortemente attenuato, le voci che irresponsabilmente profetizzavano la fatale implosione dell’euro” aggiunge il Capo dello Stato. “Non si rinuncia a una tappa così significativa e avanzata del processo di integrazione che le nazioni europee hanno laboriosamente intrapreso, fianco a fianco, negli ultimi sessant’anni” prosegue Napolitano.

“Senza euro né vinti né vincitori, ma solo economie prostrate. Non si può discettare a cuor leggero sulle disastrose ricadute a catena di una disintegrazione dell’euro” analizza Napolitano che prevede senza più l’euro “tensioni commerciali acute, fenomeni d’impoverimento e fortissimi disagi sociali, una recessione mondiale il cui spettro non può non suscitare timori a Londra, a New York, a Shanghai”. “Il lavoro giovanile è la prima emergenza per i Governi europei. Altrimenti avremo generazione persa con gravi conseguenze sociali e politiche” ha detto Napolitano. “Le conseguenze socio-economiche dello tsunami finanziario innescatosi oltre oceano colpiscono in special modo i giovani, all’angosciosa ricerca, troppi di loro, di un posto di lavoro senza il quale è difficile fare progetti e nutrire speranze nel futuro” aggiunge Napolitano che specifica “pur nel rispetto delle strettoie finanziarie che restringono pesantemente i margini per un ricorso a pur valide misure di sostegno della domanda e in primo luogo di rilancio degli investimenti pubblici in settori-chiave”.

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