Roma, 26 set. (LaPresse) – I giudici della quinta sezione penale della Cassazione hanno confermato la condanna a 14 mesi per Alessandro Sallusti per diffamazione a mezzo stampa. Il procuratore generale stamane aveva chiesto invece uno sconto di pena. La Cassazione ha anche condannato Sallusti a pagare le spese processuali. Inoltre per il cronista Andrea Monticone il giudice ha annullato la sentenza di secondo grado con rinvio in appello. Con la conferma da parte della Cassazione al direttore de Il Giornale la condanna diventa esecutiva. Sallusti andrà ora perciò in carcere. I suoi legali con ogni probabilità chiederanno l’affidamento ai servizi sociali.
La sentenza dell’appello per Sallusti era stata emessa dalla Corte d’Appello di Milano il 17 giugno 2011, e prevedeva 14 mesi di reclusione senza condizionale. In primo grado il direttore del Giornale, all’epoca dei fatti direttore di Libero era stato invece condannato a 5mila euro di multa. Se fosse passata la richiesta del procuratore che, pur ritenendolo colpevole, aveva chiesto uno sconto di pena, con molta probabilità Sallusti avrebbe evitato il carcere o le misure alternative. Andrea Monticone, il cronista di Libero che si occupò della vicenda dal punto di vista della cronaca, invece, era stato condannato in appello a un anno: ora secondo la decisione della Cassazione, il suo processo è da rifare. Il casus belli è una serie di articoli, del febbario del 2007, pubblicati su Libero e riguardanti il caso di un aborto di una ragazza tredicenne. La Cassazione ha ritenuto l’articolo a firma ‘Dreyfus’ diffamatorio nei confronti del giudiceátutelare di Torino Giuseppe Cocilovo.
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