Roma, 24 set. (LaPresse) – “Comunico stasera ciò che avevo già comunicato ieri alle 18 al presidente Napolitano e alle 19.30 a Palazzo Chigi al premier Mario Monti. Ho atteso di incontrare i leader nazionali della mia coalizione per comunicare anche a voi la mia decisione irrevocabile di dimettermi da presidente della Regione Lazio”. Con queste parole, in una sala del residence Ripetta di Roma gremita di gente, Renata Polverini ha annunciato le sue dimissioni da presidente della Regione Lazio come conseguenza dello scandalo fondi che ha coinvolto il gruppo Pdl alla Pisana. Al suo fianco, durante l’annuncio, il vicepresidente del gruppo dell’Udc in Regione Luciano Ciocchetti che è stato fra i primi ad abbracciarla. Ma lasciando, la Polverini si toglie qualche sassolino dalla scarpa. La giunta, secondo la Polverini, è pulita, “ha operato bene e ha portato risultati importanti”. La decisione delle dimissioni arriva invece a causa “di un Consiglio che non considero più degno”. “Questi signori – ha detto la Polverini – li mando a casa io senza aspettare ulteriori sceneggiate”. Un Consiglio contro il quale la Polverini si scaglia più volte definendolo “codardo” e dicendo di averlo voluto sfidare: “La festa era finita già lunedì scorso, ma ho voluto vedere fino a che punto questo consiglio si mostrasse vile”. “Ho aspettato oggi – ha proseguito la Polverini – per vedere se si dimettevano. Da domani in poi avranno tempo di fare politica, se si ricordano come si fa. Io ho imparato a farla e ho intenzione di continuare”. “Per come sono fatta io – ha spiegato – non era accettabile mantenere quelle persone in un luogo prestigioso come il consiglio della Regione Lazio. Hanno fatto cose raccapriccianti che l’opinione pubblica probabilmente non potrà mai capire”.

La presidente dimissionaria lamenta il fatto che tutta la vicenda nasca da una faida interna al Pdl che “ci ha consegnato un dibattito interno a dir poco allucinante, coordinato da personaggi ameni che si aggirano per l’Europa a rappresentare il nostro Paese. Sulla scia di questo il Pd voleva regolare una partita interna, sempre sulle spalle della sottoscritta e dei cittadini del Lazio”. La Polverini si dice inorridita da quanto accaduto e afferma: “Prendetevela col presidente del consiglio Mario Abruzzese, ognuno deve prendersi le proprie responsabilità”. La presidente dimissionaria difende se stessa e la sua Regione spiegando che “le ostriche non le ho inventate io, anzi viaggiavano comodamente nel palazzo della giunta prima di me. Non mi mettano insieme a chi mi ha preceduto. Non ho mai avuto una carta di credito della regione, né prelevato fondi in contanti che non si capisce a cosa dovessero servire. Io – ha aggiunto la Polverini – non ho niente a che fare con con questi malfattori”.

La Polverini si concede anche qualche sorriso e scherza dicendo di sentirsi finalmente libera e di non dormire e non mangiare da qualche giorno “ma essendo una donna questo non è un male. Ho, tra le cose positive, acquisito una linea straordinaria”. Non rinuncia, però, ad un’ultima frecciatina: “Ora se ci fate andare andiamo a cena. Con le nostre carte di credito, come abbiamo sempre fatto in questi due anni e mezzo”.

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