Roma, 13 set. (LaPresse) -“Certe disposizioni dello statuto dei lavoratori ispirate a un intento nobile di proteggere le parti più deboli hanno contribuito però a determinare una insufficiente creazione di posti lavoro”. Lo ha detto il premier Mario Monti collegato in videoconferenza nel corso di un convegno dell’università Roma Tre. “Nonostante le buone intenzioni, in passato – ha spiegato Monti – le decisioni politiche spesso non caratterizzate da pragmatismo e valutazioni effettive, come certe disposizioni intese giustamente a tutelare le parti deboli nei rapporti economici hanno danneggiato le parti deboli che volevano favorire”. Un Monti che fa un bilancio della sua azione di governo nel Paese, sottolineando quale è stata l’inversione di rotta rispetto al passato, anche alla luce del quadro europeo. “Se non si passava all’euro- sottolinea il premier – i prezzi nel nostro Paese “sarebbero stati molto più alti”. “Dalla lira all’ euro il meccanismo di creazione dell’inflazione si è modificato in modo meno inflazionistico”, ha aggiunto.Il professore spiega quale è l’intento che ha guidato le politiche di rigore dell’esecutivo da lui guidato. “Ho cercato di evitare che l’Italia avesse bisogno di un tipo di aiuto e di programma che comportano una ulteriore, asimmetrica, pesante cessione di sovranità che avrebbe portato a un sorta di commissariamento” del Paese, ha detto Monti.
Il premier sollecitato dalle domande più personali dei partecipanti al convegno, anche se sempre riferite alle sue funzioni ha spiegato che “ogni tanto mi si chiede: di che ti senti orgoglioso? Mah, io non mi sento orgoglioso di niente, sto solo cercando di fare al meglio una cosa difficile”. Monti rivendica però uno dei risultati ottenuti: “Siamo orgogliosi però- ha affermato – di aver fatto cooperare senza guardarsi prima e poi guardandosi tra loro partiti che si erano battuti anche incivilmente fino al giorno prima”.”Questo – ha aggiunto – è un governo più tecnico di quanto io avrei voluto, perché, ricorderete, i segretari dei partiti a suo tempo ci hanno negato alcune loro personalità per marcare la separatezza”.
Il premier Mario Monti poi si è rivolto direttamente a quei “blog” che parlano di “Governo dei banchieri”, respingendo con toni decisi questa accusa. “Inviterei coloro che coltivano questa suggestiva caccia alle streghe – spiega Monti – di guardare in faccia i provvedimenti. Esiste un provvedimento del decreto ‘Salva Italia- che impedisce ai componenti di un cda di sedere nel cda di banche e assicurazioni concorrenti. Il Financial times ha dedicato un’intera pagina alla cosa”. “La cancelliera Angela Merkel mi ha chiamato e mi si è complimentata per l’approvazione di un provvedimento che ha definito ‘molto forte e coraggioso che anche noi dovremmo adottare'”, ha aggiunto.
Proprio mentre si parla molto del futuro del premier e su un possibile scenario di un Monti bis nel 2013, il professore spiega come intende il suo ruolo in politica: “Non ho mai aspirato ad essere un tecnico di area”, ha evideniato Monti. “E’ più facile conquistare e mantenere prestigio a 360 gradi se si è al di fuori della politica”, ha aggiunto, rispondendo a chi gli chiedeva quale fosse il suo “valore aggiunto”. Monti parla del ‘dopo-Monti’, ma senza sbilanciarsi su un suo possibile nuovo ruolo nella politica italiana: “Sono molto sereno. Saranno futuri parlamenti e futuri governi a metterle a punto nuove riforme”, ha detto il presidente del consiglio, sottolineando che “quando ci sarà un altro governo sarò lieto se le cose nelle quali abbiamo creduto possano avere pieno sviluppo con tutte le correzioni che saranno dovute”.
E non si è fatta aspettare la risposta della leader della Cgil Susanna Camusso sulle critiche di monti ad alcune disposizioni dello Statuto dei lavoratori da lui accusate di avere frenato la creazione di posti di lavoro. “Monti sullo Statuto? È la dimostrazione che questo governo non ha idea su cosa fare per lo sviluppo e la crescita”, ha scritto su Twitter. “Questo governo – ha aggiunto in un altro tweet – ha esaurito la spinta propulsiva, riproponendo con la battuta sullo Statuto un film che abbiamo già visto”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata