Roma, 11 set. (LaPresse) – “Ripristinare l’art.18 dello Statuto dei Lavoratori, abrogato dalla riforma Fornero, e i diritti minimi e universali previsti dal contratto nazionale di lavoro, cancellati dal governo Berlusconi con l’art.8 del decreto legge n.138 del 2011. Sono i due quesiti che questa mattina, un comitato allargato, formato da una delegazione dell’Italia dei Valori, insieme con alcuni rappresentanti delle forze sociali, politiche e giuristi ha depositato in Cassazione. Oltre al presidente dell’IdV, Antonio Di Pietro, infatti, presenti, tra gli altri, il leader di Sel, Nichi Vendola, il segretario nazionale di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, il segretario nazionale del Pdci, Oliviero Diliberto, i giuristi Pier Giovanni Alleva e Umberto Romagnoli, Gianni Rinaldini (Fiom), Francesca Re David (Fiom-Cgil) e Gian Paolo Patta (Cgil).

Contraria all’iniziativa referendaria si è detta il presidente del Pd Rosy Bindi, ospite questa a Omnibus su La7. “Penso – ha detto Binbdi – che fare in questo momento un referendum sull’articolo 18 sia un grave errore”. “Non firmerei i quesiti sulla riforma del lavoro – spiega poi Bindi – perché questa riforma che parte dall’articolo 18 è frutto di una sintesi a cui abbiamo contribuito anche noi come Pd in maniera determinante e perché penso che la modifica all’articolo 18 sia assolutamente europea”.

La raccolta delle firme, che partirà ad ottobre, andrà di pari passo con quella dei due referendum IdV per abolire la diaria dei parlamentari e abrogare il finanziamento pubblico ai partiti”, fa sapere l’Italia dei valori.

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