Roma, 4 set. (LaPresse) – “Occorre ripristinare un clima di rispetto nei confronti delle istituzioni sul campo e cercare di abbassare la temperatura del dibattito, fin troppo infuocato, in cui si è presentata una contrapposizione tra la Procura di Palermo e il Quirinale”. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, intervenendo all’interno della rubrica di Tgcom24 ‘Checkpoint’. A proposito di Napolitano, Ingroia ha voluto ribadire “il massimo del rispetto da parte mia e dei magistrati della Procura di Palermo anche per il punto di riferimento che è stato in questi anni difficili”. Rispetto alla questione del ricorso di Napolitano alla Corte Costituzionale, Ingroia dice: “Sono sereno a prescindere dalla decisione della Corte Costituzionale, perché ho sempre fatto le cose seguendo le regole”.
Quanto alla distruzione delle intercettazioni spiega: “Non ci sono tempi imposti, al momento siamo in una situazione di stallo perché la Procura di Palermo ritiene che alla distruzione si arrivi attraverso un passaggio davanti a un giudice con il contraddittorio, ma dobbiamo aspettare di vedere cosa dirà la Corte Costituzionale”. La scelta del Quirinale è, secondo il procuratore, “legittima, ma ci sono situazioni di opportunità che non mi competono”.
Per quanto riguarda la sua partenza per il Guatemala, dove dirigerà un’unità per la lotta al narcotraffico su incarico dell’Onu, Ingroia ha detto: “Non è un esilio ma un salto di qualità perché è un impegno in proiezione su scala internazionale cercando di portare il metodo dell’indagine e dell’inchiesta del pool antimafia siciliano. Il mio impegno in Guatemala lo considero importante quanto quello che ho in Italia, poi si vedrà cosa fare per proseguire il mio impegno a livello nazionale e internazionale. Anche dal Guatemala non perderò d’occhio l’Italia perché in Italia dovrò tornare”.
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