Roma, 2 ago. (LaPresse) – E’ il tribunale del riesame l’unico deputato a valutare se concedere o meno gli arresti domiciliari all’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi. E la decisione deve essere motivata. Questo in sintesi il senso della sentenza della Cassazione del 31 luglio che ha ha annullato, per carenza di motivazione, l’ordinanza di custodia cautelare che aveva determinato l’arresto del senatore in carcere a Rebibbia dallo scorso 20 maggio. Stando alla motivazione della decisione, si legge che il riesame “non ha speso una parola in proposito” alla misura alternativa dei domiciliari. Ieri i legali del senatori hanno presentato istanza di scarcerazione al gip, Simonetta d’Alessandro, che è in attesa del parere della procura. La Cassazione conferma la sussistenza dell’accusa più grave mossa dalla procura di Roma a Lusi, quella di aver “promosso un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di delitti di appropriazione indebita, riciclaggio, fraudolenta intestazione di valori strumentali alla realizzazione di una serie indeterminata e sistematica di sottrazione di risorse dai conti della Margherita, di cui Lusi era tesoriere da destinare ad impieghi privati”.
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