Roma, 19 lug. (LaPresse) – “Il suo profilo di magistrato severo, competente, scrupoloso nell’applicazione delle leggi” e nel perseguire gli obiettivi “lo rendeva un modello per tutti colleghi”. Così il presidente del Senato, Renato Schifani, commemora nell’aula di palazzo Madama il giudice Paolo Borsellino, a vent’anni dall’attentato di via d’Amelio in cui trovava la morte assieme a cinque agenti della sua scorta (Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina), attentato che “non riusciva a spezzarne la voce”. “Il nostro impegno – ha concluso Schifani – è quello di proseguire nel cammino tracciato da questi autentici eroi affinché prevalgano sermpre e sopra ogni cosa i valori dell’onesta, della correttezza, del rispetto dei principi che fondano la nostra democrazia contro ogni forma di violenza, di sopruso, di sopraffazione della criminalità organizzata mafiosa. Seguire il loro esempio sarà il modo migliore per onorarne la memoria e riuscire a realizzare un futuro pieno di legalità da consegnare alle nostre nuove generazioni”.

Ripercorrendone la biografia, Schifani, tratteggia un commosso ricordo di quello che fu “il più giovane magistrato d’Italia” (Borsellino era entrato in magistratura nel 1963, a soli 23 anni) fino al “vile attentato esplosivo” in cui venti anni fa moriva a Palermo. “La stessa violenza mafiosa – ricorda Schifani – che spezzò la vita di Paolo Borsellino 57 giorni dopo quella del suo amico e collega, non riuscì a strozzarne la voce, facendo invece sì che la sua testimonianza di eroe e di martire diventasse ancora più forte”. “Oggi – sottolinea la seconda carica dello Stato – a vent’anni da quel tragico 19 luglio 1992, ci è di conforto la consapevolezza di quanto di incisivo è stato compiuto nella lotta alla mafia sulla scia dell’azione di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, a cominciare dalla ribellione di parti sempre più importanti della società e dell’economia siciliana alle varie forme di ricatto e di oppressione del potere mafioso: dall’estorsione alla concorrenza sleale delle imprese colluse con la criminalità”. “Rilevantissimi – prosegue Schifani – sono i risultati sul piano dell’aggressione ai patrimoni di origine illecita, nella quale l’Italia vanta – anche per merito di quanto proseguito dal Parlamento e dal Governo in questa Legislatura – la legislazione forse più avanzata al mondo, la cui efficacia è dimostrata, da ultimo, dalle recenti, ingentissime confische compiute ai danni dei patrimoni mafiosi in tutta Italia”. “È anche questa consapevolezza – rimarca il presidente del Senato – intrisa di gratitudine, a rinnovar ogni giorno l’inestinguibile ricordo di Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina: il loro sacrificio e la loro testimonianza sta nell’aver immolato la vita nell’adempimento del proprio dovere, pur nella piena comprensione di quanto ciò sarebbe potuto costare in particolare ai loro cari. Proprio ad essi desidero esprimere oggi i sentimenti unanimi di commossa vicinanza e affetto dell’Assemblea del Senato”.

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