Roma, 9 lug. (LaPresse) – “La nostra risposta alla condivisibile lettera del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è breve e chiara: noi siamo pronti. Il lavoro finora svolto dalle forze politiche non è stato vano perche è servito ad avvicinare le posizioni e a creare un atteggiamento consapevole e costruttivo, che è indispensabile presupposto per l’approvazione della nuova legge elettorale”. Lo afferma in una nota il segretario del Pdl Angelino Alfano, sottolineando che “da domani, siamo pronti a valutare in Senato” le varie “ipotesi, in piena trasparenza e concretezza”.

“La materia elettorale, peraltro, non è questione teologica, dunque è molto opinabile – dice Alfano – ed è legata al tempo storico e politico in cui si scrive. Sicchè, su alcune questioni concrete, noi abbiamo una posizione che sembra non coincidere con quella del Partito Democratico. In particolare, siamo orientati verso un premio di maggioranza da assegnare al primo partito, capace di salvaguardare la dinamica del bipolarismo e, al tempo stesso, tale da non drogare il risultato elettorale. Per essere concreti, se il primo partito nei sondaggi attuali ha il 25%, non può ricevere un premio del 15%, cioè superiore alla metà dei voti conquistati sul campo: altrimenti il premio sarebbe di dimensioni tali da costituire la terza forza parlamentare”.

“Inoltre – prosegue Alfano – vorremmo che il partito vincitore, guidato dal proprio leader, fosse in grado di formare un governo e una coalizione. Mentre questi anni ci hanno regalato (soprattutto nel campo della sinistra) coalizioni multicolore, ma senza identità di governo e omogeneità di programma. Infine, sulla modalità di selezione degli eletti, siamo per restituire ai cittadini la facoltà di scelta. Ciò può avvenire in due modi: o con collegi uninominali o con le preferenze. Su questa materia, credo che in tutti i partiti ci sia un dibattito”.

“Dal nostro punto di vista, nei collegi uninominali, la gran parte della scelta – aggiunge Alfano – la fa il partito che individua il candidato e solo la parte residuale spetta al cittadino che – se non vuole far vincere la parte idealmente e culturalmente a lui avversa, affidando ad essa il governo del paese – è costretto a votare per il designato dal partito. In un tempo in cui i cittadini richiedono tanta partecipazione, forse è bene che i partiti indichino un’ampia rosa di candidati dentro la quale gli elettori potranno esprimere la propria preferenza, in coerenza con il proprio ideale politico e con la stima verso il candidato prescelto. Del resto, anche la storia recente ci insegna come le indagini e financo le richieste di arresto nei confronti dei parlamentari, siano arrivate numerose sia nelle tre legislature in cui si è votato con il Mattarellum (collegio uninominale maggioritario) sia nelle due in cui si è votato con la legge vigente”.

“Qualora il Pd – afferma Alfano – non fosse d’accordo su un’ipotesi di questo genere, c’è sempre la nostra disponibilità a ragionare su piccole circoscrizioni e secondo il cosiddetto modello spagnolo che è già stato presentato da noi al Senato. Senza considerare inoltre la disponibilità che abbiamo offerto a ragionare sul doppio turno di collegio a condizione che una simile legge elettorale sia abbinata all’elezione diretta del Presidente della Repubblica da parte dei cittadini. A noi dunque non si potrà mai e poi mai imputare di non volere l’accordo sulla legge elettorale. Esprimiamo il vivo auspicio che proprio al Senato si possa consumare in tempi rapidi la prima lettura della nuova legge elettorale”.

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