Citta del Vaticano (Vaticano), 8 lug. (LaPresse) – “Nessun profeta è bene accetto tra la sua gente, che lo ha visto crescere. E questo fatto è comprensibile, perché la familiarità sul piano umano rende difficile andare al di là e aprirsi alla dimensione divina. Lo ha spiegato Benedetto XVI durante l’Angelus recitato dal palazzo apostolico di Castelgandolfo, sua residenza estiva.”I miracoli di Cristo- ha detto il Pontefice- non sono una esibizione di potenza, ma segni dell’amore di Dio, che si attua là dove incontra la fede dell’uomo”. “Allo stupore dei concittadini che si scandalizzano – ha detto Benedetto XVI – corrisponde la meraviglia di Gesù. Anche Lui, in un certo senso, si scandalizza. Malgrado sappia che nessun profeta e’ bene accetto in patria, tuttavia la chiusura del cuore della sua gente rimane per lui oscura, impenetrabile: come è possibile che non riconoscano la luce della Verita?”.

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