Roma, 1 lug. (LaPresse) – “C’è un signore a Palazzo Chigi che sta facendo il suo lavoro benissimo e non credo che si ritirerà a vita privata nella prossima legislatura. E c’è un segretario del Pd che, nei sondaggi, è il più grande partito italiano”. Lo dice, intervistato da ‘Repubblica’, il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, secondo cui ‘quando si realizzerà una convergenza decidere la guida del governo non sarà un problema”.
L’Italia per Casini ha ancora davanti ‘tempi duri’. “Ora dovremo affrontare la spending review e ci saranno da approvare dei tagli dolorosi”, dice il leader centrista. E se “il risanamento, ben avviato, ha consentito a Monti di conseguire un grosso risultato a Bruxelles, pensare che i problemi siano finiti- aggiunge è una visione illusoria che può rivelarsi pericolosa”. All’Italia serve “un’alleanza tra moderati e progressisti che prenda il testimone delle riforme nella prossima legislatura”, secondo Casini, che rimarca come “ovunque, nella prospettiva degli Stati Uniti d’Europa, il tema del rapporto fra moderati e progressisti è diventato centrale”.
Sulle alleanze elettorali Casini dice: “capisco il disagio di Vendola e Di Pietro, ma non mi riguarda. Riguarda piuttosto le scelte politiche del Pd in Parlamento, che loro non condividono”. “Di Pietro – aggiunge Casini- si è messo al margine con attacchi dissennati e ripetuti al presidente della Repubblica e anche al Pd”. Sul Pdl Casini afferma: “se il partito o una sua parte ha atteggiamenti costruttivi, è evidente che sarà parte del gioco. Ma dipende dall’atteggiamento che scelgono: il populismo e la demagogia anti-euro sono incompatibili con un progetto di governo”.
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