Ginevra (Svizzera), 13 giu. (LaPresse) – “Negli ultimi decenni la piena occupazione benché sancito anche nei trattati europei non ha più avuto uno spazio primario negli obiettivi”. Lo ha detto Giorgio Napolitano, a Ginevra per l’assemblea generale dell’Organizzazione internazionale del lavoro. L’occupazione, ha aggiunto, “deve tornare alla vetta anche se rappresenta un obiettivo ben più complesso degli anni Cinquanta e Sessanta”. “Non possiamo misurare” i successi dell’economia, ha sottolineato, solo attraverso indicatori come quello del Pil.

“Della crisi finanziaria ed economica, e della conseguente crisi occupazionale, che ha colpito in modo particolare l’Eurozona, il mio Paese è gravemente partecipe; ed esso sta di conseguenza compiendo ogni sforzo per uscire dalle difficoltà legate in particolare al peso del debito pubblico accumulato nei decenni passati” ha aggiunto Napolitano. “Ma dinanzi alle difficoltà non solo dell’Italia, in seno alle istituzioni europee, come nel confronto tra i governi dei maggiori Stati membri dell’Unione – ha proseguito – sta ormai acquisendo un sempre maggiore e scottante rilievo il tema di un rilancio della crescita, come indispensabile, urgente complemento delle politiche di consolidamento fiscale volte ad abbattere il peso dei debiti sovrani e ad allentare la pressione che su di essi esercitano i mercati finanziari”.

“Tra i pilastri di una strategia di rilancio della crescita in Europa, mirata a un sostanziale aumento dell’occupazione come essenziale garanzia di equità, va indicata, accanto alle riforme strutturali, una decisa ripresa degli investimenti pubblici, in infrastrutture e in capitale umano, in ricerca e innovazione, specie nelle regioni in ritardo di sviluppo” ha ribadito il capo dello Stato nel suo intervento all’assemblea generale dell’Organizzazione internazionale del lavoro. “E ciò richiede – ha aggiunto – il ricorso a risorse europee, la mobilitazione di nuovi strumenti come obbligazioni europee destinate a progetti comuni, e insieme una più efficace programmazione e gestione dei già esistenti e sperimentati fondi strutturali dell’Unione. Occorre in effetti perseguire la crescita attraverso una corretta combinazione di riforme strutturali, di consolidamento fiscale e di rilancio mirato degli investimenti pubblici, e soprattutto riprendere l’impegno a coltivare le finalità e i valori dell’integrazione europea”.

Infine Napolitano ha aggiunto: “E’ fatale rinunciare, in Paesi come l’Italia, a conquiste di benessere faticosamente raggiunte nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, rinunciarvi per poter reggere le nuove ardue sfide di una competitività che non conosce frontiere? In effetti, quelle sfide sollecitano innovazioni profonde su tutti i piani nei paesi di più antica industrializzazione e più diffuso benessere materiale: e senza dubbio non tutte le conquiste del passato possono essere considerate ancora sostenibili e nemmeno egualmente valide rispetto a nuove concezioni e misurazioni del benessere e della qualità della vita”.

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