Roma, 6 giu. (LaPresse) – Il disegno di legge anticorruzione è sempre più vicino alla questione di fiducia. Sono, infatti, ancora troppi i nodi da sciogliere sul testo a firma del guardasigilli Paola Severino. Degli articoli accantonati la scorsa settimana, ben quattro, hanno ricevuto il via libera: il 2, sull’ordinamento dell’arbitrato nella pubblica amministrazione, il 4, in tema di incompatibilità, cumulo di impieghi e incarichi di dipendenti pubblici, e il 6, che individua le attività d’impresa particolarmente esposte al rischio di infiltrazione mafiosa per le quali – indipendentemente dal valore del contratto – è sempre richiesta l’informazione antimafia. In stand by il 10 sull’incandidabilità dei condannati nella pubblica amministrazione. Su quest’ultimo il Pd ha oggi presentato una riformulazione che sembra non aver raccolto molti consensi soprattutto sulle file del Pdl, che non intende indietreggiare sull’incandidabilità solo in caso di condanna e con sentenza definitiva.
Secondo Francesco Paolo Sisto infatti la sentenza in giudicato è un “un passaggio inespugnabile”, mentre il nuovo emendamento prevede l’incandidabilità già con sentenza di primo grado per i reati di mafia e terrorismo, mentre per i reati minori con sentenza in giudicato, quindi fino all’ultimo grado di giudizio. Per l’articolo 10 bisognerà attendere il voto del comitato dei 18 delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia di Montecitorio che stanno esaminando il testo proposto dai democratici. L’osso duro del provvedimento, rimangono, comunque, gli articoli 12, sui magistrati fuori ruolo, e 13, che riscrive i reati di corruzione e concussione. Su questi due, in aggiunta anche il 14, che affronta il reato di corruzione tra privati, il ministro Severino ha incontrato oggi i capigruppo di maggioranza ben due volte, annunciando che domani mattina alle 9.30 consegnerà i pareri del governo direttamente in comitato dei 18. Se non si dovesse trovare quindi la quadra sull’articolato che apporta numerose modifiche al codice penale, il governo, secondo quanto si apprende, sarebbe orientato a porre la questione di fiducia solo sugli articoli caldi: il 12, 13, il 14 ed eventualmente il 10 su cui l’esecutivo si è rimesso al parere dell’aula.
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