Torino, 14 mag. (LaPresse) – I No Tav portano avanti una lotta che è iniziata su un’opera specifica ma nel tempo è diventata di carattere generale e simbolico. Così va a finire che “Adinolfi non è una persona ma un simbolo, è una vecchia storia che si ripropone”. E’ il commento del presidente dell’Osservatorio sulla Torino-Lione Mario Virano sulle dichiarazioni del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri secondo la quale “la Tav è la madre di tutte le preoccupazioni”. “E’ indubbio – spiega Virano – che il movimento No Tav è nato come un movimento di popolo su una cosa concreta, su un’opera riferita al territorio. Tutte le discussioni avevano un oggetto ben preciso: il territorio e come l’opera andava fatta”.

“Il progetto – continua – è stato completamente rifatto, le incidenze sul territorio sono state ridimensionate e oggi hanno una portata trascurabile. Sono venuti meno i motivi di preoccupazione che avevano dato vita al movimento. Così il movimento ha cambiato pelle e componenti e si è trasformato in un marchio dell’antagonismo nazionale e internazionale. Oggi è tutto in mano alle frange estreme con una pericola emarginazione delle istituzioni locali”.

“Il problema – continua – non è più quello dell’opera, ma è diventato tutto simbolico. Quando tutto diventa simbolico è pericoloso. Così Adinolfi non è una persona ma un simbolo, è una vecchia storia che si ripropone. Il vero antidoto è riportare la discussione ai fatti concreti. Con molti è possibile, con altri è impossibile Prendo atto che c’è attenzione ai pericoli dell’estremismo da parte del governo, questo non vuol dire che non si vada avanti col dialogo con chi si può”.

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