Torino, 12 mag. (LaPresse) – “Genova? Le gambizzazioni? ADinolfi? Non ha senso, non è la mia storia”. Così Renato Curcio, tra i fondatori delle Brigate Rosse, commenta a Repubblica i fatti di Genova. Oggi editore, si trova al Salone del libro. “Nell’Italia di oggi – spiega – tutto questo non ha senso. Viviamo in una società completamente diversa” e “la nostra violenza veniva dalla storia del ‘900. Aveva alle spalle gli anni ’60, ma anche le vicende della Resistenza e della guerra”. “Io – continua Curcio – sono stato arrestato nel 1974 e sono uscito dal carcere nel 1993. Alla fine degli anni Ottanta io e i miei compagni in carcere abbiamo deciso di sciogliere il patto che ci legava. Gia’ allora lo avevamo fatto perche’ ritenevamo che le nostre scelte precedenti fossero orami superate dall’evoluzione che c’era stata nella societa’ italiana. Si immagini se adesso a quarant’anni di distanza posso sentirmi coinvolto da fatti che ormai sono lontanissimi dal contesto e dalle scelte che avevamo compiuto”.
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