Home » Politica Lavoro, arriva salario base per i co.co.pro di redazione web, 10 Maggio 2012 12:45 Roma, 10 mag. (LaPresse) – Minimo salariale per i co.co.pro. E’ una delle proposte di modifica contenute negli emendamenti avanzati dai relatori del disegno di legge sul mercato del lavoro e depositati oggi in commissione Bilancio in Senato. Modifiche che, se approvate, trasformerebbero la riforma in una vera rivoluzione del settore. Secondo l’ipotesi di Maurizio Castro (Pdl) e Tiziano Treu (Pd), il compenso per i collaboratori a progetto, i cosiddetti co.co.pro., avrà un importo di base stabilito per legge, determinato periodicamente con decreto del ministero del Lavoro. L’importo sarà determinato dall’incrocio tra la media delle tariffe minime dei lavoratori autonomi e la media delle retribuzioni stabilite dai contratti collettivi. Il decreto del ministero del Lavoro che dovrà fissare il salario base “periodicamente” sarà emanato “sentite le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro”. Per tutti i lavoratori parasubordinati (quindi non solo i co.co.pro), poi, arriva il rafforzamento della cosidetta ‘una tantum’, ovvero dell’importo, già vigente, che viene corrisposto in caso si perda il posto di lavoro: seimila euro in caso in caso di impiego per sei mesi. La misura, secondo la proposta, sarà adottata in via sperimentale per tre anni, al termine dei quali si valuterà la possibilità di estendere la mini-Aspi anche ai parasubordinati, oggi esclusi. Stretta sulle finte partite Iva: il lavoratore dovrà avere un reddito annuo lordo pari ad almeno 18mila euro, altrimenti il suo sarà considerato un rapporto di lavoro subordinato mascherato. Per chi invece il contratto di lavoro da dipendente ce l’ha, si introduce una delega al governo affinchè adotti entro nove mesi uno o più decreti legislativi per “la partecipazione dei dipendenti agli utili e al capitale” e “a favorire le forme di coinvolgimento dei lavoratori nell’impresa, attivate attraverso la stipulazione di un contratto collettivo aziendale e individuale”. Allo stesso tempo vengono rafforzati i licenziamenti disciplinari: il licenziamento scatterà dal giorno della comunicazione da parte dell’azienda e per il lavoratore non ci sarà possibilità di posticipare l’entrata in vigore del provvedimento per ragioni di malattia, con esclusione della maternità e dell’infortunio sul lavoro. Il licenziamento per motivi disciplinari, si legge, “produce effetto dal giorno della comunicazione con cui il procedimento medesimo è stato avviato, salvo l’eventuale diritto del lavoratore al preavviso o alla relativa indennità sostitutiva”. Tutto questo sarà messo ai voti da martedì: una seduta notturna segnerà l’avvio del voto sugli emendamenti. Domani, alle 18, scade il termine per la presentazione dei subemendamenti. Le proposte di modifica al testo presentate dai due relatori sono in tutto 16. In più ci sono i 27 emendamenti del Governo. E poi c’è il mare di proposte avanzate dai diversi gruppi parlamentari: sono 1.048, ma Castro ha reso noto che c’è un impegno dei partiti per una riduzione drastica. © Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata Condividi questa Notizia: Facebook Twitter LinkedIn WhatsApp Pinterest Email Flipboard