Roma, 25 apr. (LaPresse) – “Mi mancava anche questo, per la verità si era già capito cosa si paventava, era nell’aria, ma io ormai non me ne curo”. Così Marcello Dell’Utri in un’intervista al Corriere della Sera commenta la motivazione depositata ieri dalla Cassazione in cui viene descritto come il mediatore fra Silvio Berlusconi e la mafia. Dell’Utri definisce “queste interpretazioni lontane dalla realtà” e commenta: “Fatti? Min… sono . Lo dico da una vita. Indagano da una vita. Non si finisce mai. Io non ne posso più”. Dell’Utri si dice stanco di “processi che non finiscono mai” e spiega che era pronto al carcere, nel caso la Cassazione avesse confermato la condanna di secondo grado: ” Avevo valigia, pigiama e libri pronti” ma “non è accaduto. C’è stato il rinvio. Ma non si può vivere una vita nel limbo con accuse non provate”.

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