Roma, 27 mar. (LaPresse) – Dopo quasi due ore di riunione i segretario di Pd, Udc e Pdl, Pier Luigi Bersani, Pier Ferdinando Casini e Angelino Alfano, hanno trovato un accordo sulla riforma elettorale. L’intesa prevede “la restituzione ai cittadini del potere di scelta dei parlamentari”, “un sistema non più fondato sull’obbligo di coalizione”, “l’indicazione del candidato premier”, “una soglia di sbarramento e il diritto di tribuna”. L’accordo è stato probabilmente favorito dal definitivo no di ieri del leader della Lega Umberto Bossi a una coalizione col Pdl alle amministrative, dopo il quale presumibilmente Alfano si sentiva maggiormente libero di fare le scelte che il proprio partito riteneva opportune.

Nulla di fatto invece sulla riforma del lavoro e sull’articolo 18. Bersani ha assicurato che, nonostante l’ultimatum di ieri del premier Mario Monti, “col tempo che avevamo siamo riusciti a parlare solo di riforme, non di lavoro. Ma la riforma del lavoro – ha ripetuto – va corretta”. I tre si sono lasciati con l’intesa di rivedersi la prossima settimana. Alfano, Bersani e Casini hanno anche stabilito che insieme alla riforma elettorale porteranno avanti anche quella costituzionale. Obiettivi: riduzione del numero dei parlamentari, revisione dell’età per l’elettorato attivo e passivo, rafforzamento dell’esecutivo e dei poteri del premier in Parlamento, avvio del superamento del bicameralismo perfetto.

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