Roma, 23 mar. (LaPresse) – Il Consiglio dei ministri sceglie la formula del disegno di legge ‘salvo intese’ per dare il via libera alla riforma del mercato del lavoro. Queste le novità introdotte nella riunione del Cdm.
ARTICOLO 18: Arriva il rito abbreviato “per le controversie in materia di licenziamenti” con l’obiettivo di ridurre i costi indiretti del licenziamento stesso. L’impianto della norma resta lo stesso di quello deciso dall’esecutivo lo scorso martedì, compresa la regolamentazione dei licenziamenti per motivi economici, per i quali è previsto solo un’indennizzo enon il reintegro sul posto di lavoro deciso dal giudice.
Il Governo non fa quindi dietrofront sui licenziamenti per motivi economici previsti dalla nuova formulazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Per questa tipologia di licenziamenti, infatti, come si legge in una nota di palazzo Chigi, il datore di lavoro può “essere condannato solo al pagamento di una indennità”. Confermata anche “la particolare attenzione all’intento di evitare abusi”. Il diritto al reintegro sul posto di lavoro potrà essere disposto dal giudice “nel caso di licenziamenti discriminatori o in alcuni casi di infondatezza del licenziamento disciplinare”.
AMMORTIZZATORI SOCIALI: L’assicurazione sociale per l’impiego (Aspi), la nuova indennità di disoccupazione che entrerà in vigore il prossimo anno, è estesa ai giovani e agli apprendisti. Arriva poi un fondo di solidarietà per la tutela dei lavoratori nei settori non coperti dalla cassa integrazione straordinaria.
QUOTE ROSA: Via libera alle cosiddette ‘quote rosa’ nelle società controllate dalle pubbliche amministrazioni con l’obiettivo del “potenziamento dell’accesso delle donne alle posizioni di vertice”. BONUS-MALUS AZIENDE: Quelle che stabilizzeranno avranno dei premi, al contrario delle aziende che utilizzeranno forme contrattuali precarie.
DIMISSIONI IN BIANCO: Nella riforma sono previste norme di contrasto alla pratica con modalità semplificate e senza oneri per il datore di lavoro e il lavoratore, nonchè il rafforzamento (con l’estensione sino a tre anni di età del bambino) del regime della convalida delle dimissioni rese dalle lavoratrici madri.
PENSIONI: Le aziende potranno stipulare accordi con i sindacati per incentivare l’esodo dei lavoratori anziani, con costi a carico dei datori di lavoro.
CONGEDO PATERNITA’: La riforma introduce l’obbligo del congedo di paternità. Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, in collegamento video con un convegno a Milano ha sottolineato che ci sarà presto una sperimentazione “per qualche giorno”.
APPRENDISTATO: Considerato il “trampolino di lancio” nel mondo del lavoro, il nuovo apprendistato avrà una durata minima di sei mesi, ferma restando la possibilità di durate inferiori per attività stagionali. Innalzato il rapporto tra apprendisti e lavoratori qualificati, che passa dall’attuale 1/1 a 3/2. Previsto, inoltre, un meccanismo che collega l’assunzione di nuovi apprendisti al fatto di averne stabilizzati una certa percentuale, pari al 50%, nell’ultimo triennio.
Apprezzamento dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani per la scelta del governo di non procedere alla riforma del mercato del lavoro per decreto. “Sull’articolo 18 si intervenga in Parlamento o le Camere sono inutili”, aveva detto il leader del Pd. “Non mi aspettavo che un disegno di legge e non un decreto”, ha dichiarato da Siena in serata dove si trovava per il congresso dei giovani democratici. “Adesso si apre la possibilità di una discussione”, ha affermato Bersani.
Diversa, invece, la valutazione sullo strumento legislatovo scelto dal governo Monti per la riforma sul mercato del lavoro. “Ci ripromettiamo di esaminare in tutti i suoi particolari il disegno di legge sul mercato del lavoro presentato dal governo e quindi ci riserviamo una valutazione su ogni aspetto di esso. Possiamo dire fin d’ora che condividiamo il punto riguardante l’articolo 18”. Lo dichiara in una nota Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera. “Dissentiamo – prosegue Cicchitto – dallo strumento legislativo prescelto e rileviamo che la scelta fatta provocherà un confronto parlamentare assai serrato e dagli esiti imprevedibili, non solo con le forze di opposizione ma anche fra quelle della maggioranza, qualora il Pd mantenga ferma la sua intenzione di voler modificare il testo dell’articolo 18, che è un modo per vanificare il progetto di legge in uno dei suoi aspetti qualificanti”.
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