Orvieto, 8 mar. (LaPresse) – “Il federalismo che in questi anni abbiamo cercato di realizzare, rischia non di rafforzare il sistema di governo ma di dare il colpo di grazia all’unità nazionale e alla residua efficienza dell’amministrazione centrale”. Così Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, nella relazione con cui oggi a Orvieto apre la scuola politica del partito. Nella sua riflessione, l’ex ministro, punta il dito contro le difficoltà che hanno impedito all’esecutivo guidato da Berlusconi “di superare le prove più difficili”, anche se nel compelsso l’esperienza di governo “non ha un bilancio negativo”.
Se il governo tecnico, considerato “una temporanea sospensione della democrazia”, “manifesta un problema, quello delle decisioni che riguardano il futuro”, a mettere in crisi quello del Cavaliere è stato anche ill “maggiore squilibrio” del ruolo e “della natura della Lega, una forza politica che indubbiamente ha avuto una evoluzione positiva, grazie a Berlusconi, ma che mantiene dentro di sé degli elementi contraddittori”. L’attuale posizione del Carroccio conferma, per Bondi, “che la vocazione al governo e il compito di rappresentare gli interessi della parte più dinamica del nostro Paese” non sono ancora “un approdo stabile” del partito guidato da Umberto Bossi. Per il coordinatore del Pdl a generare “squilibrio” è stato anche il ministero dell’Economia, guidato da Tremonti, “che anziché contribuire ad una ulteriore evoluzione positiva della Lega ha finito per abbracciarne le posizioni, finanche in contraddizione con le posizioni più ragionevoli del proprio partito”.
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