Torino, 2 ott. (LaPresse) – “La Lega e il sottoscritto erano a favore della legge precedente, il Mattarellum. Ma fummo ricattati da Casini e dall’Udc, che voleva il proporzionale, da Fini che voleva le liste bloccate, e da Berlusconi che voleva il premio di maggioranza. Con la complicità della sinistra, che non fece nulla per fermare la nuova legge. Per questo fui il primo a definire quel sistema elettorale come una porcata”. Roberto Calderoli intervistato al Tg1 ricostruisce così il travagliato parto del cosiddetto ‘porcellum’, il sistema elettorale nato nel 2006 ed oggi a forte rischio riforma, dopo il milione di firme raccolte per la reintroduzione delle preferenze. Una mole di voti che ha intimorito il ministro degli Interni, Maroni. Ma non ferma Calderoli, che difende la sua creatura e pensa di poter “trasformare l’attuale legislatura in una legislatura costituente”. Al centro del programma il federalismo fiscale caro al Carroccio.
Parole che hanno creato più di mal di pancia anche nelle altre anime del centrodestra. “La verità è che non esiste il sistema perfetto. E che il Pdl non consentirà di fare passi indietro sulla scelta di premier e governo” chiarisce Gasparri, che aggiunge un nuovo fronte di dibattito: “Apriamo subito il confronto sul presidenzialismo le elezioni politiche devono servire a scegliere il governo. Non a dar luogo a centinaia di ridicoli duelli di quartiere e di paese su semafori e temi ultralocali in minicollegi dove di tutto si parlerebbe tranne che del futuro dell’Italia. Insomma scendiamo dalle nuvole e parliamo di fatti reali per far scegliere davvero ai cittadini. Che vogliono dire la loro sui governi oltre che sulle persone”. Laconico il sindaco di Roma: “Se anche il creatore, almeno nominale, del Porcellum, il ministro Calderoli, disconosce la sua creatura, è veramente tempo di archiviare questo sistema elettorale – spiega Gianni Alemanno – il Popolo della Libertà non può più stare fermo e deve mettere subito sul piatto un proposta di riforma elettorale. Attraverso i collegi, le preferenze e le primarie bisogna ricostruire il rapporto tra elettore e de eletto, escludendo ogni ipotesi di liste bloccate calate dall’alto”.
Ancora più forte l’irritazione a sinistra. “La Lega continua a cercare alibi destreggiandosi in equilibrismi impossibili per nascondere ai suoi elettori le proprie responsabilità” commenta Nico Stumpo, responsabile organizzazione del Pd, sulla riforma elettorale. “La Lega in caduta libera prima di tutto presso i suoi elettori ormai non sa più a che alibi votarsi” scrive in una nota Davide Zoggia, responsabile Enti locali del Pd. Che il partito di Bersani non abbia un’idea unica è noto a tutti, e lo ammette anche la presidente Rosy Bindi che però rilancia: ” Abbiamo trovato una sintesi con un disegno di legge che abbiamo presentato, quello che io ritengo una ottima sintesi”. Non va per il sottile come sempre Antonio Di Pietro: “I cittadini ci rincorrevano per firmare non perché volessero esercitare un’azione di antipolitica, ma perché volevano esercitare un’azione politica”. Il leader dell’Idv ripropone poi uno dei suoi cavalli di battaglia: “Chiunque va in Parlamento non deve assumere altri incarichi, né doppi incarichi, neanche professionali. Siamo stufi di vedere avvocati che la mattina vanno in Parlamento, si fanno la legge e nel pomeriggio se la vanno ad applicare nelle aule di tribunale”.
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