Roma, 27 set. (LaPresse) – “La legge già prevede” che sia l’ente pubblico che fa l’asta di appalto a rivolgersi alla prefettura per ottenere la certificazione antimafia sulle aziende che vi partecipano. “Si tratta solo di applicarla”. Così il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, torna sulle polemiche di ieri sui certificati antimafia, che aveva definito “inutili”, intervenendo telefonicamente a Mattino 5. “Ieri mi sono trovato quasi solo – ha spiegato – persino gli industriali mi hanno dato contro, ma io ho detto una semplice verità”.
E’ inutile, ha detto il ministro, costringere il cittadino onesto a produrre una certificazione che l’amministrazione può procurarsi da sola, mettendo semplicemente in collegamento telematico gli enti appaltanti con le prefetture. Anzi, è controproducente affidare questa impellenza ai privati, dal momento che “il mafioso sarà ben contento di darmi questo certificato, magari falsificandolo”.
Sulle polemiche con il ministro dell’Interno Maroni, Brunetta ha spiegato: “Maroni ha detto che la normativa antimafia non si cambia. Io ho detto esattamente la stessa cosa, non c’è nessuna polemica”.
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