Bruxelles (Belgio), 14 ago. (LaPresse/AP) – Le misure adottate dall’Italia riscuotono il consenso dell’Europa. “Do pieno sostegno alle misure adottate ieri dal premier italiano e dal suo governo, rigorose e tempestive”, ha scritto in una nota il presidente dell’Unione europea, Herman Van Rompuy, a seguito di una telefonata con il premier Silvio Berlusconi, spiegando che “queste misure sono di importanza cruciale non solo per l’Italia ma per l’intera Eurozona”.
Anche Angela Merkel ha fatto sapere di considerare positivamente la manovra italiana. “Il cancelliere – ha detto un funzionario del governo tedesco – ha fatto commenti positivi e di apprezzamento sulla manovra approvata dall’Italia”.
Ma cosa prevede il provvedimento? Il testo comprende quattro titoli e 20 articoli. Il primo titolo del decreto anticrisi è ‘Disposizioni per la stabilizzazione finanziaria’ ed è diviso in due articoli: il primo sulle disposizioni per la riduzione della spesa pubblica e il secondo sulle disposizioni in materia di entrate. Il secondo titolo riguarda invece le ‘Liberalizzazioni, privatizzazioni ed altre misure per favorire lo sviluppo’, diviso in 5 articoli: ‘Abrogazione delle indebite restrizioni all’accesso e all’esercizio delle professioni e delle attività economiche’, ‘Adeguamento della disciplina dei servizi pubblici locali al referendum popolare e alla normativa dell’Unione europea’, ‘Norme in materia di società municipalizzate’, ‘Liberalizzazione in materia di segnalazione certificata di inizio attività, denuncia e dichiarazione di inizio attività. Ulteriori semplificazioni’ e ‘Attuazione della disciplina di riduzione delle tariffe elettriche e misure di perequazione nei settori petrolifero, dell’energia elettrica e del gas’. Il terzo titolo è ‘Misure a sostegno dell’occupazione’ diviso in cinque articoli: ‘Sostegno alla contrattazione collettiva di prossimità’, ‘Collocamento obbligatorio e regime delle compensazioni’, ‘Fondi interprofessionali per la formazione continua’, ‘Livelli di tutela essenziali per l’attivazione dei tirocini’ e ‘Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro’. L’ultimo titolo del decreto riguarda la ‘Riduzione dei costi degli apparati istituzionali’ con 8 articoli: ‘Trattamento economico dei parlamentari e dei membri degli altri organi costituzionali. Incompatibilità. Riduzione delle spese per i referendum’, ‘Riduzione del numero dei consiglieri e assessori regionali e relative indennità. Misure premiali’, ‘Soppressione di Province e dimezzamento dei consiglieri e assessori’, ‘Riduzione dei costi relativi alla rappresentanza politica nei comuni’, ‘Disposizioni relative al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro’, ‘Voli in classe economica’, ‘Disposizioni finali’ e ‘Entrata in vigore’.
PREVISTO UN UNICO REFERENDUM DAY ALL’ANNO – Al punto 4 dell’articolo 13 del titolo IV del decreto legge della manovra si legge ‘Nel caso in cui, nel medesimo anno, debba tenersi più di un referendum abrogativo, la convocazione degli elettori ai sensi dell’articolo 34 della legge 25 maggio 1970, n. 352, avviene per tutti i referendum abrogativi nella medesima data’. La manovra prevede così un unico giorno all’anno per i referendum per ridurre i costi.
SOPPRESSE LE PROVINCE SOTTO I 300MILA ABITANTI – Nell’articolo 15, sotto il titolo IV, del decreto legge della manovra finanziaria, sotto il punto 1, si legge che ‘In attesa della complessiva revisione della disciplina costituzionale del livello di governo provinciale, a decorrere dalla data di scadenza del mandato amministrativo provinciale in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, sono soppresse le Province diverse da quelle la cui popolazione rilevata al censimento generale della popolazione del 2011 sia superiore a 300.000 abitanti o la cui superficie complessiva sia superiore a 3.000 chilometri quadrati’. Le Province soppresse saranno aggregate ad un’altra Provincia ‘all’interno del territorio regionale, nel rispetto del principio di continuità territoriale’.
I PARLAMENTARI VOLERANNO IN CLASSE ECONOMICA – Stop ai voli di lusso per parlamentari e amministratori pubblici. L’articolo 18 del decreto legge 138 recita infatti: ‘I Parlamentari, gli amministratori pubblici, i dipendenti delle amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, anche a ordinamento autonomo, gli amministratori, i dipendenti e i componenti degli enti e organismi pubblici, di aziende autonome e speciali, di aziende a totale partecipazione pubblica, di autorità amministrative indipendenti o di altri enti pubblici e i commissari straordinari che, per gli spostamenti e le missioni legate a ragioni di servizio all’interno dell’Unione europea utilizzano il mezzo di trasporto aereo, volano in classe economica’.
DA NUOVI GIOCHI E RINCARO TABACCHI 1,5 MILIARDI – Il testo della manovra prevede grosse entrate dai giochi e dalla vendita di tabacco. Nel testo del decreto si legge: ‘Il ministero dell’Economia e delle Finanze-Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, con propri decreti dirigenziali adottati entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, emana tutte le disposizioni in materia di giochi pubblici utili al fine di assicurare maggiori entrate, potendo tra l’altro introdurre nuovi giochi, indire nuove lotterie, anche ad estrazione istantanea, adottare nuove modalità di gioco del Lotto, nonchè dei giochi numerici a totalizzazione nazionale, variare l’assegnazione della percentuale della posta di gioco a montepremi ovvero a vincite in denaro, la misura del prelievo erariale unico, nonchè la percentuale del compenso per le attività di gestione ovvero per quella dei punti vendita’. ‘Il Direttore generale dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato – prosegue il testo – può proporre al Ministro dell’economia e delle finanze di disporre con propri decreti, entro il 31 dicembre 2011, tenuto anche conto dei provvedimenti di variazione delle tariffe dei prezzi di vendita al pubblico dei tabacchi lavorati eventualmente intervenuti, l’aumento dell’aliquota di base dell’imposta di consumo sulle sigarette prevista dall’allegato I al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504 e successive modificazioni. L’attuazione delle disposizioni del presente comma assicura maggiori entrate in misura non inferiore a 1.500 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2012. Le maggiori entrate derivanti dal presente comma sono integralmente attribuite allo Stato’.
FESTE NON RELIGIOSE SPOSTATE A LUNEDI’ O A VENERDI’ – Il decreto legge 138, intitolato ‘Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo’ al punto 24 del primo articolo prevede l’eliminazione dei ponti spostando le feste infrasettimanali al venerdì precedente o al lunedì seguente. Nel testo si legge: ‘A decorrere dall’anno 2012 con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, da emanare entro il 30 novembre dell’anno precedente, sono stabilite annualmente le date in cui ricorrono le festività introdotte con legge dello Stato non conseguente ad accordi con la Santa Sede, nonchè le celebrazioni nazionali e le festività dei Santi Patroni in modo tale che, sulla base della più diffusa prassi europea, le stesse cadano il venerdì precedente ovvero il lunedì seguente la prima domenica immediatamente successiva ovvero coincidano con tale domenica’.
TAGLI NELLE INDENNITÀ DI CARICA AI PARLAMENTARI – La manovra pubblicata questa sera sulla Gazzetta ufficiale prevede il taglio delle retribuzioni e delle indennità dei parlamentari e recita: ‘A decorrere dal mese successivo a quello di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, ai membri degli organi costituzionali si applica, senza effetti a fini previdenziali, una riduzione delle retribuzioni o indennità di carica superiori a 90.000 euro lordi annui previste alla data di entrata in vigore del presente decreto, in misura del 10 per cento per la parte eccedente i 90.000 euro e fino a 150.000 euro, nonchè del 20 per cento per la parte eccedente 150.000 euro. A seguito della predetta riduzione il trattamento economico complessivo non può essere comunque inferiore a 90.000 euro lordi annui. In attesa della revisione costituzionale concernente la riduzione del numero dei parlamentari e della rideterminazione del trattamento economico omnicomprensivo annualmente corrisposto ai sensi dell’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111: l’indennità parlamentare è ridotta del 50 per cento per i parlamentari che svolgano qualsiasi attività lavorativa per la quale sia percepito un reddito uguale o superiore al 15 per cento dell’indennità medesima. La riduzione si applica a decorrere dal mese successivo al deposito presso la Camera di appartenenza della dichiarazione annuale relativa ai redditi delle persone fisiche di cui alla legge 5 luglio 1982, n. 441 dalla quale emerge il superamento del limite di cui al primo periodo’.
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