Roma, 20 giu. (LaPresse) – Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo aver detto no ai leghisti sul trasferimento dei ministeri già prima di Pontida rilancia, mettendo in discussione anche l’altra richiesta avanzata ieri dal raduno leghista. In Libia, sottolinea, bisogna restarci. “E’ nostro impegno – ha detto Napolitano nel suo intervento alla conferenza in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2011 che si sta svolgendo presso Palazzo Rospigliosi in via XXIV Maggio a Roma – sancito dal Parlamento, restare schierati con le forze di altri paesi che hanno raccolto l’appello delle Nazioni Unite”.

“L’Italia – ha aggiunto – non poteva guardare con indifferenza e distacco agli avvenimenti in Libia, un paese a noi così vicino e col quale abbiamo nel tempo stabilito rapporti così intensi”. “Essa – ha proseguito Napolitano – non poteva rimanere inerte dinanzi all’appello del Consiglio di Sicurezza perché si proteggesse dalla feroce repressione del regime del colonnello Gheddafi e le si aprisse la prospettiva di una pacifica evoluzione politica e civile verso forme di reggimento democratico”.

A stretto giro è arrivata la risposta del ministro dell’Interno, Roberto Maroni. “Ribadisco – ha detto – quanto detto sul sacro suolo di Pontida. Ieri c’è stata la richiesta di quando terminerà l’intervento in Libia, perché è l’unico modo per fermare gli sbarchi di profughi in Italia”.

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