E' accaduto al Festival dell'economia: gli ambientalisti interrompono l'intervento del vicepremier con bandiere e t-shirt polemiche

La contestazione parte con un messaggio scritto sulle magliette. “Parole, parole, parole“. È questa l’accoglienza che gli attivisti di Greenpeace hanno riservato al vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, a Trento per il Festival dell’economia. “Il Paese colpito da alluvioni e siccità ma il governo non fa niente contro la crisi climatica”, il monito degli ambientalisti, che hanno disturbato l’intervento del vicepremier con sventolando anche alcune bandiere: “Il clima cambia, la politica no”, si leggeva su una di queste.  Gli attivisti sono stati allontanati. 
 

La replica: “Non avete capito niente”

Il leader della Lega ha tentato di replicare con sarcasmo: “Bravi ragazzi, rendete frizzante la giornata”, ha detto prima di rispondere alla contestazione: “Quelli che vogliono le auto elettriche prodotte in Cina dove bruciano il carbone per inquinare di meno non hanno capito niente della vita”. Il ministro ha poi sottolineato ancora una volta la sua preferenza per l’energia nucleare: “È è la fonte più stabile e pulita e non produce scorie. Non sempre c’è vento e sole, servono anche altre fonti, andare verso un processo che disinquina senza nucleare non ha senso”, ha aggiunto”. 

Greenpeace: “Clima assente da dibattito politico”

Dai dati di un nuovo monitoraggio della campagna elettorale italiana per le elezioni europee realizzato realizzato dall’Osservatorio di Pavia per Greenpeace emerge che “Il clima è il grande assente nel dibattito politico: solo nell’8% delle dichiarazioni dei principali leader politici italiani si fa almeno un accenno alla crisi climatica, ma quelle realmente dedicate al riscaldamento del pianeta sono appena il 4%, e includono anche le dichiarazioni contrarie alle azioni per il clima”. Secondo il monitoraggio dell’Osservatorio – spiega inoltre Greenpeace – “Salvini risulta essere il leader politico italiano che più di tutti assume posizioni ambigue, resistenti o contrarie alle azioni per il clima, arrivando talvolta al vero e proprio negazionismo climatico“.
 

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