Cosa prevede la direttiva Ue per abbattere i gas serra e combattere la povertà energetica
Adottata formalmente dal Consiglio Ue la direttiva sulle Case green. Direttiva che ha allo stesso tempo l’obiettivo di contribuire a ridurre le emissioni di gas serra e combattere la povertà energetica nell’Unione europea.
Edifici a emissioni zero entro il 2050
Il consumo medio di energia primaria dell’intero parco immobiliare residenziale dovrà diminuire di almeno il 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Target finale al 2050, passando anche attraverso altri step fissati al 2040, e successivamente ogni cinque anni. Tra 26 anni il parco immobiliare dovrà essere a emissioni ‘zero’. Tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030.
Standard minimi di prestazione energetica
Dovranno essere ristrutturati il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030; il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica. Almeno il 55% della riduzione energetica sarà ottenuta attraverso la ristrutturazione degli edifici più deteriorati, che rappresentano il 43% degli edifici performanti. Ciò porterà a una graduale eliminazione degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni.
Stop a caldaie, sì a pannelli solari
Se tecnicamente ed economicamente fattibile, dovrà esser garantita l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030. E’ prevista l’eliminazione graduale delle caldaie a combustibili fossili entro il 2040.
Decisioni agli Stati nei Piani nazionali
Gli Stati avranno libertà di scelta su come pianificare e organizzare gli interventi di riqualificazione. Oltre che sulle misure da adottare. Ma entro il 2025 dovranno comunicare all’Europa come intendono procedere con la definizione di un Piano di ristrutturazione ad hoc. Gli Stati membri possono scegliere di esentare edifici specifici dalle norme, come edifici storici, luoghi di culto o edifici di proprietà delle forze armate. Gli Stati membri avranno due anni per recepire le disposizioni della direttiva nella loro legislazione nazionale. La Commissione riesaminerà la direttiva entro il 2028, alla luce dell’esperienza acquisita e dei progressi compiuti durante la sua attuazione.
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