Lo rileva l'Esa, sottolineando come le caratteristiche della valle contribuiscano all'aumento dell'inquinamento da particolato

Recenti osservazioni indicano che nel gennaio 2024 si sono verificati più casi in cui la soglia critica delle concentrazioni di PM10 nella Pianura Padana è stata superata. Lo riporta l’Esa, l’Agenzia spaziale europea, che ha elaborato un’animazione con l’andamento delle concentrazioni orarie di PM10 nella Pianura Padana dal 1° gennaio al 31 gennaio 2024. Si può vedere chiaramente che la topografia e le condizioni meteorologiche uniche della valle contribuiscono all’accumulo di inquinamento da particolato e al degrado della qualità dell’aria. I dati sono stati ottenuti dalle analisi della qualità dell’aria regionale europea del Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS).

I limiti fissati dall’Oms

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la Commissione Europea hanno fissato limiti rigorosi alla concentrazione media annuale di PM2,5 in prossimità della superficie (rispettivamente 5 µg/m3 e 25 µg/m3). Concentrazioni di PM10 superiori a 50 µg/m3 sono considerate pericolose e questa soglia non dovrebbe essere superata per nessun luogo per un numero specifico di giorni all’anno, generalmente fissato a 35 giorni. Ma non desta preoccupazione solo la Pianura Padana: in tutta Europa si osservano costantemente livelli di inquinanti atmosferici superiori agli standard UE, con la regione che supera regolarmente le concentrazioni medie annuali di particolato fine, come riportato dall’Agenzia europea per l’ambiente (AEA). Ciò solleva notevoli preoccupazioni per la salute ambientale.

Cos’è il PM10

L’inquinamento atmosferico sotto forma di particolato (PM) svolge un ruolo fondamentale nella qualità dell’aria. Il PM10 si riferisce alle particelle sospese nell’aria ambiente con un diametro medio di 10 µm o inferiore e comprende polvere, polline e sottoprodotti della combustione. Il PM10 comprende anche la frazione di particelle fini (PM2,5), costituita da una miscela di carbonio elementare, composti organici, metalli, nitrati e solfati, con particelle inferiori a 2,5 µm. Il PM10 è inalabile e può avere un impatto sulla salute respiratoria; Il PM2.5 comporta rischi per la salute entrando nel flusso sanguigno attraverso i polmoni, causando malattie cardiovascolari, malattie respiratorie e allergie. L’accumulo sia di PM2,5 che di PM10 costituisce quindi una seria preoccupazione per la salute umana.

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