L'appello in apertura del forum nazionale 'Agro-ecologia circolare'. Italia in forte ritardo rispetto agli altri Paesi europei nella definizione di un Piano strategico nazionale per l'agricoltura (Psn)

 (LaPresse) “La transizione ecologica e la lotta alla crisi climatica passano anche attraverso un’agricoltura sostenibile e di qualità. Per questo è fondamentale creare un nuovo modello agricolo ed economico sostenibile e innovativo, capace di affrontare le sfide attuali e rispondere in maniera adeguata ai consumatori che chiedono sempre di più prodotti più sani e di qualità”. Questo l’appello lanciato da Legambiente in apertura del forum nazionale ‘Agro-ecologia circolare’.

Italia in forte ritardo

 “L’Italia – continua Legambiente – ad oggi in forte ritardo rispetto agli altri Paesi europei nella definizione di un Piano strategico nazionale per l’agricoltura (Psn), deve accelerare su questo fronte”. La roadmap tracciata dall’associazione è anche un modo per inviare “un messaggio chiaro e diretto al Governo, all’indomani dell’approvazione definitiva della Pac: l’agroalimentare italiano, conosciuto in tutto il mondo, va accompagnato sulla strada dell’agro-ecologia, rispettando quanto previsto dalla strategia europea ‘Farm to fork’ al 2030.
 
Il settore agricolo – osserva Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – è responsabile di circa il 10% delle emissioni di gas serra dell’Unione europea. La transizione ecologica può e deve passare anche attraverso questo comparto, intraprendendo con determinazione la strada per ridurre gli input negativi chimici, idrici ed energetici e i metodi intensivi in ambito agricolo e zootecnico. Proprio l’allevamento incide per due terzi sulle emissioni dell’intero settore: occorre favorire e incentivare gli esempi e i modelli di buone pratiche sostenibili. Siamo convinti che dall’agro-ecologia arrivi la ricetta per garantire la sostenibilità ambientale, sociale ed economica della filiera agoalimentare”.

   Inoltre – conclude – “occorre sostenere con forza la diffusione delle produzioni bio e la creazione dei biodistretti e approvare, superando i forti ritardi, la legge sul biologico. Coltivare e produrre alimenti contrassegnati dal marchio bio, rappresenta una grande opportunità alla luce degli obiettivi del Green deal europeo e delle strategie ‘Farm to fork’ e biodiversità”.

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