La denuncia di Greenpeace: "Nessun riferimento all'addio ai combustibili fossili"

“Mantenere in vita” e “a portata di mano” l’obiettivo degli 1,5 gradi centigradi di aumento medio della temperatura globale. E’ questo il cuore della prima bozza del documento conclusivo della Cop26 in corso a Glasgow, che chiuderà i battenti soltanto il 12 novembre e che quindi avrà modo di essere ulteriormente modificato e come amano dire gli sherpa, che siedono ai tavoli dei negoziati, ‘limato’.

Le associazioni ambientaliste: “Manca riferimento a combustibili fossili”

Messo a punto alla fine della prima settimana di lavori del vertice mondiale sui cambiamenti climatici – organizzato nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite, l’Unfccc (United nations framework convention on climate change) – si tratta di un testo asciutto, di tre pagine, con una suddivisione in capitoletti e alcuni messaggi chiave, da cui però denuncia Greenpeace manca un elemento decisivo, e cioè l’annuncio dell’addio ai combustibili fossili (petrolio, carbone e gas).

In evidenza dal ‘non-paper’ dedicato alle conclusioni della Cop26 emerge la “profonda preoccupazione” per il fatto che “l’obiettivo dei 100 miliardi di dollari” all’anno non sia ancora stato raggiunto; ed è per questo che si rende necessario “aumentare urgentemente i flussi finanziari per sostenere i Paesi in via di sviluppo”, per il “trasferimento tecnologico”, l’innovazione, e la cooperazione internazionale.

Tra gli elementi contemplati dalla bozza di documenti – ormai dei veri punti cardine – l’apporto della scienza e il contributo dei giovani. Si parla infatti di come sia necessario seguire la scienza per combattere i cambiamenti climatici, lasciandosi guidare da essa (facendo riferimento ai risultati dell’Ipcc, il panel di scienziati che studiano il clima su mandato dell’Onu), e pensando a obiettivi più ambiziosi che siano in linea, anzi che vadano oltre, l’accordo di Parigi. Diventa poi necessaria la partecipazione e la responsabilizzazione dei giovani, così come azioni di tutela dei diritti umani, di genere, in grado di preservare i territori e le comunità e popolazioni indigene. Fondamentale sarà riuscire a mettere in atto “una giusta transizione”. Un ruolo per l’adattamento e la mitigazione viene attribuito alla natura e alla biodiversità, comprese le foreste.

Secondo la bozza di quello che dovrà poi diventare il documento finale della Cop26 questo è “un decennio critico per raggiungere gli obiettivi di Parigi”, sia per quanto riguarda la mitigazione che l’adattamento, oltre che la finanza. Punto dirimente è anche il riconoscimento delle “responsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità di risposta” dei diversi Paesi. Un buon motivo per “migliorare” gli impegni dei singoli Stati, in particolare rispetto ai Piani a medio e lungo termine.

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