Edo Ronchi (Fondazione per lo sviluppo sostenibile): "Il nostro Paese deve far parte delle locomotive europee della Green Economy"

Raddoppiare le rinnovabili, tagliare le fonti fossili, e una legge sul clima. Sono questi i capisaldi della road map – indicata come proposta nella relazione presentata agli Stati generali della green economy alla Fiera di Rimini nell’ambito di Ecomondo – che l’Italia dovrebbe promuovere, e mettere in pratica, in vista del vertice mondiale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la Cop26 a Glasgow.

La road map per il futuro dell’Italia – viene spiegato – avrebbe bisogno anche di essere accompagnata dall’approvazione di una legge sulla protezione del clima per aumentare il passo nelle misure per la neutralità climatica. Si tratta di “una proposta” che è “tanto più urgente in vista della prossima Cop26”. Il nostro Paese – rileva il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Edo Ronchi – “deve puntare con più decisione a far parte delle locomotive europee della green economy”. Inoltre se si riuscisse a fare sempre meglio, si potrebbe spingere anche “la Cina a impegnarsi”: cosa che per Ronchi sarebbe “giusto fare; la Cina è “una superpotenza economica”, e “alla Cop26” dovrebbe prendere “maggiori impegni reali per l’attuazione dell’accordo di Parigi, respingendo il suo tentativo di nascondersi dietro ai Paesi in via di sviluppo, per mascherare il suo disimpegno”. Di sicuro “non si può consegnare alla Cina l’esito della Cop26”. Il successo del vertice delle Nazioni Unite “dipende dal consolidamento dell’alleanza dei Paesi che si tanno impegnando per la neutralità climatica, guidati dall’Europa e dagli Stati Uniti”.

La road map per il 2030 prevede quindi di “raddoppiare le rinnovabili dal 20 al 40%, e tagliare il consumo di combustibili fossili del 40% al 2030, introdurre misure di adattamento, coinvolgere attivamente le città nel raggiungimento dei target climatici”. E ancora bisognerebbe “valorizzare e sviluppare i potenziali dell’Italia per l’economia circolare e il riciclo vincolando almeno il 50% delle risorse del Pnrr per sostenere progettazione e innovazione di processi produttivi e di prodotti in direzione circolare, semplificare le procedure ‘end of waste’ e promuovere l’impiego di materiali riciclati”. Servirebbe, oltre a quella sul clima, anche una legge quadro per la mobilità e per la tutela del suolo.

Attenzione poi a una delle anime della transizione ecologica: le città. “Nessun percorso di decarbonizzazione può prescindere da un loro pieno coinvolgimento che – racconta la relazione – è anche un’occasione di riqualificazione ecologica”.

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