‘Israele pronto ad attaccare l’Iran’, Usa evacuano personale dal Medioriente

‘Israele pronto ad attaccare l’Iran’, Usa evacuano personale dal Medioriente
This combo of pictures show President Donald Trump, left, addressing a joint session of Congress at the Capitol in Washington, March 4, 2025, and a handout of Supreme Leader Ayatollah Ali Khamenei attending a ceremony in Tehran, Iran, March 8, 2025. (AP Photo/Ben Curtis – Office of the Iranian Supreme Leader via AP)

Trump: “Via il personale non necessario perché potrebbe essere pericoloso”. La decisione riguarda sedi diplomatiche a Baghdad, Bahrain e Kuwait

Gli Usa sarebbero “in allerta” per un “possibile” attacco israeliano nei confronti dell’Iran. Lo scrive il Washington Post spiegando che sarebbero da leggersi in quest’ottica alcune mosse effettuate dagli Usa nella regione a partire dal via libera all’evacuazione del personale non necessario dall’ambasciata a Baghdad. Il giornale spiega che l’intelligence americana sarebbe “sempre più preoccupata” relativamente al fatto che Israele possa decidere di colpire i siti nucleari iraniani, ipotesi di cui si era già parlato anche nelle settimane scorse, anche senza il consenso di Washington.

Trump: “Possono attaccare ma vorrei evitare conflitto”

Un attacco israeliano contro l’Iran, a causa del programma nucleare di Teheran, non è imminente, ma “potrebbe benissimo accadere”. Il presidente Usa Donald Trump ha invitato Israele a non colpire l’Iran. “Siamo abbastanza vicini a un accordo” sul programma nucleare “abbastanza buono”, ha detto ai giornalisti, ripreso dalla stampa statunitense. Trump ha aggiunto che “vorrebbe evitare il conflitto”.

Trump: “Personale Usa via perché potrebbe essere posto pericoloso”

Il personale americano non essenziale è stato trasferito da alcune aree del Medioriente perché “potrebbe essere un posto pericoloso”. Lo ha affermato il presidente americano, Donald Trump ai cronisti prima di assistere a Washington al musical ‘I Miserabili’ rispondendo a chi gli chiedeva del trasferimento di parte del personale dell’ambasciata americana a Baghdad. “Vediamo cosa succede”, ha aggiunto. Il riferimento implicito è all’Iran e ai negoziati in corso sul nucleare in merito ai quali il presidente americano è apparso meno ottimista rispetto ai giorni scorsi. “L’Iran non può avere un’arma nucleare”, ha ribadito ancora Trump.

Usa autorizzano personale non essenziale a lasciare Bahrain e Kuwait 

Oltre a ordinare la partenza di tutto il personale non essenziale dell’ambasciata Usa a Baghdad, il dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha anche autorizzato la partenza del personale non essenziale e dei loro familiari da Bahrein e Kuwait. Questa mossa dà loro la possibilità di scegliere se lasciare i due Paesi e, in caso affermativo, di farlo a spese del governo e con l’assistenza del governo. L’ambasciata Usa a Baghdad era già a organico ridotto e l’ordine non interesserà un numero elevato di dipendenti. Inoltre anche il Pentagono ha autorizzato la partenza dei familiari dei militari da diverse località in Medioriente: il segretario alla Difesa Usa, Pete Hegseth, “ha autorizzato la partenza volontaria dei familiari dei militari dalle località” della regione, ha dichiarato il Comando centrale degli Stati Uniti, aggiungendo che lo stesso Centcom “sta monitorando l’evoluzione della tensione in Medioriente”.

Qualche ora fa, nella serata locale di mercoledì, parlando al Kennedy Center a Washington il presidente Usa Donald Trump ha dichiarato che il personale Usa non essenziale viene trasferito perché la regione “potrebbe essere un luogo pericoloso”. “Vedremo cosa succederà”, ha aggiunto, “abbiamo dato loro la notifica di trasferimento e vedremo cosa succederà”. Negli ultimi giorni la tensione nella regione è aumentata, sullo sfondo dei colloqui fra Stati Uniti e Iran sul programma nucleare iraniano I colloqui mirano a limitare il programma nucleare iraniano in cambio della revoca di alcune delle pesanti sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti alla Repubblica islamica. L’Iran insiste che il suo programma nucleare è pacifico. Trump, che in precedenza aveva affermato che Israele o gli Stati Uniti avrebbero potuto effettuare attacchi aerei contro gli impianti nucleari iraniani in caso di fallimento dei negoziati, ha espresso un parere poco ottimista sulla possibilità di raggiungere un accordo con l’Iran: parlando in un’intervista al podcast ‘Pod Force One’ del New York Post, registrata lunedì e pubblicata mercoledì, ha detto di essere “sempre meno fiducioso” in un accordo. “Sembrano temporeggiare, e penso che sia un peccato. Sono meno fiducioso ora rispetto a un paio di mesi fa. È successo qualcosa”, ha detto. Ieri il ministro della Difesa iraniano, il generale Aziz Nasirzadeh, ha dichiarato ai giornalisti che sperava che i colloqui con gli Stati Uniti avrebbero portato a risultati, ma che Teheran era pronta a rispondere: “Se ci verrà imposto un conflitto, le vittime dell’avversario saranno sicuramente più numerose delle nostre e, in tal caso, l’America dovrà lasciare la regione, perché tutte le sue basi sono alla nostra portata”, ha affermato. “Abbiamo accesso a tutte e le colpiremo senza esitazione nei Paesi che le ospitano”, aveva detto.

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