Aperta un'inchiesta
Keenan Anderson, cugino del fondatore del movimento Black Lives Matterè stato ucciso dalla polizia di Los Angeles. Lo riporta Nbc, che ricostruisce quanto accaduto. Anderson è morto il 3 gennaio dopo essere andato in arresto cardiaco dopo essere stato colpito da un Taser della polizia. Gli agenti hanno detto di essere intervenuti sulla scena di un incidente d’auto a Venice, Los Angeles, dove hanno trovato Anderson visibilmente agitato. Secondo quanto riportato Nbc, la polizia ha più volte tentato di far calmare l’uomo prima di immobilizzarlo. Durante la colluttazione, un agente ha usato contro di lui una pistola stordente sull’uomo. Alla fine gli agenti riescono ad ammanettargli mani e piedi. I paramedici hanno portato Anderson in un ospedale locale, dove è morto per arresto cardiaco.
L’episodio è stato ripreso dalle body cam indossate dagli agenti che hanno fermato Anderson ed è stato diffuso. “Chiaramente non era sano di mente, eppure è stato trattato con tanta forza”, ha detto Carl Douglas, avvocato della famiglia Anderson, come riporta Nbc. Il dipartimento di polizia della città ha affermato che la sua unità di tossicologia forense ha condotto un esame tossicologico il 5 gennaio e ha stabilito che Anderson aveva metaboliti di cocaina e cannabinoidi in corpo.
Aperta un’inchiesta
Sulla vicenda è stata avviata un’indagine della polizia di Los Angeles che accerterà le cause anche di due altre morti legate all’intervento degli agenti in città. Il capo della polizia Michel Moore ha dichiarato mercoledì di essere “profondamente preoccupato” per la morte di tre uomini nell’arco di due giorni. Oltre a Keenan Anderson, si indaga sulla morte del 35enne Oscar Sanchez e del 45enne Takar Smith, coinvolti in una sparatoria con le forze di polizia. Smith è stato colpito mortalmente da un proiettile dopo che aveva brandito un coltello da macellaio di 25 centimetri. Contro di lui gli agenti avevano già usato un taser e uno spray al peperoncino. Nel caso di Sanchez, gli agenti gli hanno sparato un totale di sei proiettili, colpendolo più volte al torso e alle gambe, mentre un altro agente ha sparato un singolo colpo meno letale. La polizia aveva inizialmente ricevuto una segnalazione di un uomo che lanciava un oggetto metallico contro un veicolo in transito intorno alle 17:30 del 3 gennaio. Gli agenti hanno trovato Sanchez sul pianerottolo del secondo piano di un’abitazione e gli hanno ordinato, in spagnolo e inglese, di scendere le scale. Quando la polizia è salita al piano superiore, dopo circa 10 minuti di trattative, Sanchez li ha affrontati con un arma da taglio improvvisata.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata