Il candidato democratico conquista anche il Michigan e parla da presidente
Stati Uniti ancora con il fiato sospeso in attesa sapere chi sarà il 46esimo presidente che dovrà guidare un paese diviso, segnato dalla crisi sanitaria del Covid-19 e dalla perdita di milioni di posti di lavoro. Non c'è stata né l'onda rossa preannunciata dal candidato repubblicano Donald Trump né il 'Blue Wall' a garantire la vittoria al democratico Joe Biden.
La battaglia tra i due rivali si sta combattendo in pochi Stati chiave, voto per voto. Si è avverato lo scenario peggiore per gli elettori, i mercati, e le potenze straniere che speravano in un risultato netto. L'ex vicepresidente dell'era Obama sembra viaggiare verso la vittoria: ha incassato finora 253 Grandi elettori (considerando anche gli 11 dell'Arizona e i 10 del Wisconsin) dei 270 necessari per vincere le elezioni, mentre il tycoon è a quota 213. Dopo la conquista del Michigan, strappato ai repubblicani, Biden ha parlato da nuovo capo della Casa Bianca: "La presidenza esige un dovere di diligenza per tutti gli americani. Mi occuperò di tutti gli americani", ha dichiarato.
Ma la partita è ancora aperta mancando i voti di cinque stati: Georgia, North Carolina, Pennsylvania, Alaska, Nevada che in totale contano 60 Grandi elettori. Al momento Trump è in vantaggio nei primi quattro, mentre Biden negli ultimi due. Entrambi i candidati hanno voluto mostrarsi fiduciosi sul loro successo.
Biden ha battuto sul tempo Trump, tenendo un discorso durante l'Election night in cui si è rivolto agli elettori dicendo che i democratici erano sulla strada giusta per vincere e invitando tutti ad avere pazienza e ad aspettare che fosse ultimato lo spoglio. Una pazienza che sembra mancare al tycoon il quale ha cantato subito vittoria. Man mano che lo spoglio è proseguito la distanza tra i due rivali si è accorciata e Biden ha recuperato terreno in Stati chiave come il Michigan e il Wisconsin, nell'ormai noto Midwest che nel 2016 portò Trump alla Casa Bianca.
L'iniziale vantaggio del tycoon e il successivo recupero di Biden erano già stati ipotizzati visto che il democratico è più forte nei voti per posta il cui conteggio deve essere ancora ultimato. Trump ha continuato a gettare ombre sulla regolarità del voto denunciando la scomparsa del suo vantaggio iniziale avvenuta "magicamente". "Stanno trovando voti per Biden ovunque – in Pennsylvania, Wisconsin e Michigan. Un male per il nostro Paese!", ha attaccato su Twitter (che ha prontamente segnalato i post come "controversi" e potenzialmente "fuorvianti") e ancora, "Stanno lavorando duramente per far sparire 500.000 voti in Pennsylvania – il prima possibile. Allo stesso modo, in Michigan e in altri" Stati, ha aggiunto.
Che la sconfitta fosse un boccone amaro da digerire per Trump, abituato ad ottenere ciò che vuole, l'aveva ammesso lui stesso nel corso dell'Election Day. Più volte si è rifiutato di accettare una transizione pacifica del potere nel corso della campagna elettorale e ora l'ipotesi di una battaglia legale è diventata concreta. Il direttore della campagna elettorale di Donald Trump, Bill Stepien, ha annunciato che il magnate intende richiedere "immediatamente" un riconteggio in Wisconsin (che conta 10 Grandi elettori), dove Joe Biden ha vinto per poco più di 20mila voti, e avviare azioni legali in Michigan e Pennsylvania.
Questo potrebbe allungare ulteriormente i tempi per conoscere il nome del nuovo presidente. In termini assoluti di voti è Joe Biden ad averne ottenuti di più (69.512.303 contro i 67.069.982 di Donald Trump), tanto da aver battuto anche il record di Barack Obama nel 2008. Ma, come è ben noto viste le precedenti elezioni, non basta avere la maggioranza assoluta dei voti, serve piuttosto che questi siano ben distribuiti tra gli Stati che hanno un peso maggiore. Mentre Biden è riuscito a strappare l'Arizona e il Michigan ai repubblicani, Trump ha confermato il suo successo in Texas, Ohio e Florida, dove è stato premiato dall'elettorato dei Latinos. Gli elettori hanno anche votato per il Congresso. Alla Camera dei rappresentanti i democratici sono attualmente avanti con 181 parlamentari contro i 171 del Grand Old Party (Gop), mentre al Senato è un testa a testa con 47 seggi assegnati ai Dem e 48 al Gop. Tutte e quattro le deputate democratiche progressiste che fanno parte della cosiddetta 'The squad': Alexandria Ocasio-Cortez, Ilhan Omar, Ayanna Pressley e Rashida Tlaib sono state confermate. Vittoria anche per due Gop seguaci della teoria complottista QAnon alla Camera: Marjorie Taylor Greene eletta in Georgia e Lauren Boebert in Colorado. Entra nel Congresso anche il più giovane rappresentante della storia moderna degli Usa: Madison Cawthorn, 25 anni, conservatore convinto, antiabortista e pro armi.
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