Le prime conseguenze delle tensioni con Parigi dopo l'incontro di Luigi Di Maio con i gilet gialli

Le tensioni politiche tra Italia e Francia avrebbero portato Air France a sfilarsi dal salvataggio di Alitalia. Lo scrive Il Sole 24 Ore, che parla di "motivi politico-istituzionali" confermati da "fonti autorevoli". Si complica lo scenario per l'ex compagnia di bandiera, che sta attendendo che Fs trovi un partner industriale per un'offerta. Alitalia, nel frattempo, sta utilizzando la cassa del prestito ponte da 900 milioni di euro. Fino a ieri si parlava di due cordate possibili da affiancare a Fs, quella di Air France-Klm con Delta e quella di Lufthansa. Secondo Luigi Di Maio, però, la notizia non c'entra con le tensioni delle ultime ore. "Le informazioni su Air France che avevo sono precedenti a questa vicenda. Io sto seguendo il dossier Alitalia da diversi mesi e l'entusiasmo di Air France non si è raffreddato adesso", ha detto il vicepremier. "Non a caso il lavoro che sta facendo Trenitalia – ha chiarito – riguarda altri partner privati".

È di poche ore fa, infatti, la decisione della Francia di richiamare l'ambasciatore in Italia dal momento che, secondo Parigi, il Paese sarebbe stato oggetto di accuse ripetute, di attacchi senza fondamento, di dichiarazioni oltraggiose da parte del governo di Roma. Un richiamo, ha chiarito il portavoce del governo francese Benjamin Griveaux, che "non è permanente" ma che rappresenta un "segnale" che "era importante dare".

Il portavoce ha ribadito che l'Italia è "un alleato storico" della Francia e "uno dei paesi fondatori dell'Unione europea" e, in risposta a Matteo Salvini e Luigi Di Maio che si sono dichiarati "disponibili" al dialogo, Griveaux ha osservato che "il dialogo non è mai stato rotto", sottolineando che "c'è un capo del governo in Italia, è Conte", che Macron ha "già incontrato più volte".

La situazione, comunque, resta tesa. Tanto che Cristophe Castaner, invitato a Roma da Salvini per un confronto, ha risposto seccamente con un "non mi faccio convocare". "Ci siamo già scambiati le nostre opinioni, pure sulle questioni migratorie: il dialogo tra di noi è costante, e deve essere rispettoso", ha precisato il ministro dell'Interno francese. La replica di Salvini non si è fatta attendere: "Ovviamente io non voglio né posso convocare nessuno: sarò lieto di ospitare in Italia, il prima possibile, il mio collega francese per discutere e risolvere i problemi". 

In questo scenario, la Francia ha anche cambiato idea sui migranti della Sea Watch. "Non li vuole più", hanno comunicato fonti del Viminale. "Parigi ha fatto sapere al ministero dell'Interno italiano che prenderà "solo persone che hanno bisogno di protezione e non migranti economici". La Francia ha aggiunto che appoggerà l'Italia per chiedere rimpatri più efficaci in alcuni paesi africani a partire dal Senegal.

L'incontro con i gilet gialli – "Non si tratta di drammatizzare, – ha aggiunto la ministra francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau, parlando a Radio Classique – si tratta di dire che la ricreazione è finita". "Un membro di un governo straniero che viene in Francia a sostenere quello che non è nemmeno un leader politico, ma uno che ha chiamato alla guerra civile, al rovesciamento del presidente e a un governo militare, non era mai successo", ha continuato Loiseau a riguardo dell'incontro tra Luigi Di Maio e il controverso Christophe Chalencon, a capo del movimento dei cosiddetti gilet gialli. La visita del vicepremier e della delegazione 5 Stelle è stata "un'ingerenza infondata, un gesto ostile, da parte di persone che in teoria dovrebbero essere dei governanti e la cui priorità dovrebbe essere l'interesse degli italiani", ha continuato Loiseau aggiungendo di non capire "come gli interessi degli italiani possano essere difesi dalla venuta di un membro del governo italiano a incontrare qualcuno che invoca la guerra civile in Francia". Sull'episodio scatenante del richiamo Griveaux ritiene che "la cortesia vuole" che quando un ministro si reca in un Paese vicino "si avverta il governo".

La risposta di Di Maio – Sulla sua visita in Francia, però, Di Maio ha risposto in un'intervista al Messaggero: "Il mio incontro come capo politico del M5S, con esponenti dei Gilet gialli e con alcuni candidati della lista Ric è pienamente legittimo. E rivendico il diritto di dialogare con altre forze politiche che rappresentano il popolo francese. Sono europeista. Ed essere in un'Europa senza confini, significa libertà anche per i rapporti politici non solo per lo spostamento delle merci e delle persone". "Il nostro rapporto di amicizia con il popolo francese non è in discussione", ha chiarito Di Maio. E poi ha aggiunto: "Il Presidente Macron si è più volte scagliato contro il governo italiano per motivi politici in vista delle europee". Il ministro ha anche scritto una lettera pubblicata da Le Monde: "L'Italia e il governo italiano considerano la Francia un Paese amico e il suo popolo, con la sua tradizione democratica, come un punto di riferimento, a livello mondiale, e non un nemico, nel quadro dei diritti civili e sociali".

Le reazioni dei gilet gialli francesi e italiani – Da Sanremo, dov'è in corso un presidio, dicono la loro esponenti francesi e italiani del movimento. "Di Maio è venuto in Francia per incontrare quattro o più persone che hanno fatto finta di essere leader dei gilet gialli. Ma i gilet gialli non hanno un leader, siamo un movimento popolare e non ci sono capi", ha chiarito uno dei militanti francesi Maxime Nicolle. "Ci sono stati arrestati, feriti, morti: nessuno ha il diritto di proclamarsi capo e di incontrare leader politici di altri Paesi", ha insistito aggiungendo che "non c'è separazione tra i gilet gialli francesi e italiani, ci sono liti politiche ma i popoli sono uniti". 

Sul fronte nostrano, è Antonio Delpiano, portavoce di Giletgialli.it, a condannare le azioni di Di Maio: "Siamo qui oggi contro la strumentalizzazione dei partiti. I gilet gialli non sono un movimento elettorale e politico. Vogliamo denunciare il comportamento indegno di Di Maio che usa il suo mandato istituzionale per fare campagna elettorale, mettendo a repentaglio le relazioni istituzionali tra Paesi. Il messaggio di oggi è che i politici sono divisi e i popoli uniti". Delpiano ha poi parlato della manifestazione di sabato in programma in piazza della Repubblica a Roma, a partire dalle 12. "Arriveremo in duemila. Abbiamo chiesto l'autorizzazione alla questura ma negano di averla ricevuta. Nella stessa piazza manifesteranno anche le sigle sindacali", ha spiegato. La mobilitazione, recita il volantino, sarà "contro Governo e Unione Europea" per chiedere Italexit, sovranità monetaria, sovranità diretta, taglio accise, no global compact, stop fattura elettronica, diritto al lavoro, prima casa impignorabile, no all'obbligo vaccinale e nazionalizzazione di banche, assicurazioni, autostrade.

M5s – "Non c'è nessun tipo di scontro con la Francia. Con il popolo francese c'è uno straordinario rapporto e a livello Ue esaminiamo insieme dossier importanti. Il fatto che Luigi Di Maio abbia incontrato i gilet gialli non è una stranezza e non rappresenta alcun tipo di pressione al governo francese", si tratta solo di "interlocuzione democratica tra forze politiche", ha dichiarato il ministro dei trasporti Danilo Toninelli.

Cgil – "Non siamo davanti a un fatto da banalizzare", ha dichiarato Maurizio Landini, in una conferenza alla sede della stampa estera. Secondo il segretario della Cgil, lo scontro con la Francia "non è una cosa utile e la reazione del governo francese mi pare significativa: è un elemento di preoccupazione e ci auguriamo non abbia conseguenze pesanti. Penso alla cantieristica e alla grandi aziende". "Trovo singolare – ha aggiunto – che un rappresentante del governo incontri i movimenti che stanno contrastando il governo francese e non si incontri con i sindacati che in Italia gli chiedono di cambiare le cose".

Ue –  Sulla questione non mette bocca l'Unione Europea. "Si tratta di una questione bilaterale", ha dichiatato un portavoce della Commissione europea nel corso del briefing quotidiano.

 

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